Matteo Formenti, si indaga per istigazione al suicidio. Il bagnino si tolse la vita dopo l’annegamento di un bimbo all’acquapark


Matteo Formenti, il trentasettenne in servizio come bagnino quando affogò un bimbo
di quattro anni in un acquapark nel Bresciano si è tolto la vita. E ora, secondo quanto riporta il Messaggero, la procura di Brescia sta indagando per istigazione al suicidio. Proprio perché davanti ai commenti feroci in rete Formenti non avrebbe retto. Il fascicolo di indagine è al momento a carico di ignoti, ma gli inquirenti vogliono far chiarezza su quello che è successo lo scorso 19 giugno, quando il piccolo Michael è stato trovato esanime nella piscina. «Dov’era il bagnino?», «Se il bagnino non era a controllare ha colpa eccome», scrivevano alcuni utenti in rete. Critiche intensificatesi due giorni dopo, con il decesso del piccolo.
«Voleva salvare quel bimbo»
«I Vangeli invitano a non giudicare se non si vuole essere giudicati», ha dichiarato ieri lo zio del giovane, in chiesa durante i funerali. «Adesso è il momento del silenzio non
riempito di giudizio. Matteo, un giovane uomo brillante e dal cuore tormentato, ha scelto la
via della tragedia con lucida disperazione. Ha giudicato se stesso con assurda severità, stabilendo per sé la condanna più severa». A portargli l’ultimo saluto nel Duomo di Chiari, ieri pomeriggio, c’erano tante persone. Il parroco nell’omelia ha ricordato: «Voleva salvare quel bimbo, non essendoci riuscito ha sacrificato la sua vita».