«A Garlasco c’era più di una persona sul luogo del delitto». Perché l’avvocato di Stasi non ha dubbi: gli errori della prima indagine, i tanti no di Sempio


Non ha dubbi l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, che sulla scena del crimine a Garlasco ci fosse più di una persona. Ospite di FIlorosso su Rai3, l’avvocato è partito subito mettendo le cose in chiaro: totale rispetto per la famiglia di Chiara Poggi, ma dalle carte lui è sicuro che quel 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli non c’era solo l’assassino della 26enne. «Rispetto la sentenza, rispetto ogni pensiero della famiglia di Chiara – ha detto De Rensis – e ho sempre detto che la mamma, il papà e il fratello possono dire quello che ritengono e io non mi permetterò mai di commentare. Ho letto le carte. Non ho dubbi. Io ho un’idea, ma un avvocato serio non deve esprimere le proprie idee. Ritengo che sulla scena fosse presente più di una persona, con ruoli diversi, però le mie idee, che ovviamente ho, me le tengo strette».
Perché le nuove indagini su Garlasco dopo 18 anni
Il punto fondamentale è che le nuove indagini «si debbano concentrare sui fatti», come chiedono anche i famigliari della vittima. De Rensis agli scettici sulla stessa necessità di una nuova inchiesta, risponde: «L’incidente probatorio è appena iniziato, cosa è importante ricavare dalla spazzatura? Lei avrà sentito qualcuno tra gli opinionisti, per fortuna pochi, dire a gran voce che non sarebbe emerso nulla. Bene, noi abbiamo scoperto che dopo 18 anni ci possono essere tracce di Dna. Noi non ci siamo mai opposti a nulla. Abbiamo sempre detto facciamo indagini. L’indagato si è opposto a tutto, non ha dato volontariamente il Dna, non voleva che iniziasse l’incidente probatorio. Allora io dico che quel poco di Dna che sembrerebbe emergere dalla spazzatura ci deve dare fiducia».

Stasi colpevole? «Non esistono uomini intoccabili in democrazia»
De Rensis parla di Stasi e del diritto di rimettere in discussione le sentenze a suo carico. Certo lui oggi per la giustizia italiana è colpevole, spiega il suo avvocato, «però c’è un passaggio che bisogna fare. Non dobbiamo parlare di regie occulte o non occulte. Parlare di regia in un caso come questo è sbagliato comunque la si pensi. Il fondamento di una democrazia e non di una dittatura è che si possa mettere in discussione qualsivoglia cosa. Non esistono uomini intoccabili e azioni intoccabili di uomini intoccabili». Perciò chiede che le nuove indagini siano svolte con la stessa serietà della sentenza. De Rensis ha poi lodato chi oggi si è rimesso a lavorare sul caso: «Il Procuratore Capo, l’Aggiunto, i due Sostituti, i Carabinieri, il professor Previderè ci stanno mettendo un impegno incredibile, meritano lo stesso rispetto di chi ha emesso la sentenza di condanna, sono magistrati gli uni e gli altri».
Gli errori della prima indagine su Garlasco
De Rensis non ha risparmiato critiche all’indagine iniziale, definendola «piena di errori, lacune». Ha citato un dettaglio che, a suo dire, avrebbe potuto risolvere il caso in poche ore: «Le quattro impronte sul pigiamino di Chiara avrebbero consentito di risolvere il caso in poche ore. Qualcuno ha permesso che il corpo, dopo essere stato fotografato dai Carabinieri, venisse voltato e immerso in una pozza di sangue». Una ricostruzione che, a suo avviso, richiede delle scuse pubbliche: «Credo che chi ha commesso questo dovrebbe o tacere, o andare davanti ad una telecamera e dire: è stato commesso un errore determinante» ha spiegato, aggiungendo con una nota amara: «non ho sentito nessuno chiedere scusa per gli errori fatti».
Alberto Stasi in attesa della semilibertà e il silenzio
Sulla possibile semilibertà di Stasi, una decisione attesa per martedì 1 luglio, l’avvocato dice di non volersi sbilanciare. «Un avvocato che rispetta i giudici sta zitto», ha detto. «Ma alla vigilia di una decisione chi dice che rispetta la Magistratura tace». De Rensis ha comunque criticato la descrizione mediatica di Stasi, definendola una caricatura: «Alberto è stato descritto quello che non è». E ha aggiunto: «Quando venivano trasmessi filmini con attori amatoriali, fatti dai rappresentanti della parte civile, in cui c’erano ricostruzioni cinematografiche del delitto e con l’attore che interpretava Alberto a torso nudo che si lavava le ascelle nel lavandino. Ora i cittadini sanno che in quel lavandino c’erano quattro capelli lunghi e neri che nessuno ha repertato. Bisogna raccontare le realtà delle cose, senza speculare, senza parlare delle vite private».
Il ricordo di Chiara Poggi
De Rensis considera due le vittime della vicenda di Garlasco, pensando anche a Stasi oltre che alla sua fidanzata Chiara Poggi. Di lei ricorda: «Chiara era una ragazza meravigliosa, che meritava di vivere la vita meravigliosa che si stava costruendo». E poi malinconico parla del suo assistito: «e Alberto era un bravo ragazzo che meritava anche lui di vivere una vita diversa».