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Gaia Pagliuca, morta dopo l’anestesia dal dentista. Il dolore di papà Vincenzo: «La accompagnai io, oggi non vivo più. Avevo già perso mia moglie»

01 Luglio 2025 - 11:42 Alba Romano
gaia pagliuca morta carie anestesia
gaia pagliuca morta carie anestesia
Il racconto dell'uomo al Corriere della Sera. «Sopravvivo per l'altro mio figlio, ma è come un galleggiamento a peso morto»

«Chi ha sbagliato dovrà assolutamente pagare per le sue colpe ed è doveroso che vengano presi seri provvedimenti, anche a tutela di futuri pazienti». Queste le parole al Corriere della Sera di Vincenzo Pagliuca il papà di Gaia, 23enne morta lo scorso 29 settembre dopo essere stata sottoposta ad anestesia locale in uno studio dentistico di Bastia Umbra. «L’ho accompagnata io dal dentista. Mi sono accomodato in sala di attesa – racconta – da lì sentivo che Gaia si lamentava perché aveva dolore, forse perché c’erano problemi con l’anestesia. Dopo un’ora circa che ero lì, una delle assistenti è venuta a chiamarmi dicendomi di entrare con la massima urgenza nella stanza dove la stavano curando».

L’anestesia locale poi le convulsioni

La giovane, che doveva sottoporsi a un banale intervento odontoiatrico, è spirata dopo tre giorni di agonia. Doveva curare una carie ed estrarre un dente del giudizio. Ha ricevuto sei fiale di anestetico in due diversi momenti ma subito dopo ha iniziato a sentirsi male con vomito e convulsioni. Il cuore della giovane ha smesso a battere dopo un’ora. I sanitari del 118 giunti sul posto sono intervenut per mantenerla in vita, quando era ormai priva di sensi. Ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, è morta pochi giorni dopo. Sul caso è intervenuta la procura di Perugia: i tre medici dello studio dentistico sono indagati per omicidio colposo. «Le indagini si stanno indirizzando verso quello che ho sempre pensato – racconta al Corriere Vincenzo Pagliuca – ossia che vi sono state delle negligenze e delle colpe gravi che hanno portato alla morte di mia figlia, perché se non fosse mai entrata in quello studio medico, quel maledetto 26 settembre di un anno fa, mia figlia sarebbe ancora in vita. Chi ha sbagliato dovrà assolutamente pagare per le sue colpe ed è doveroso che vengano presi seri provvedimenti, anche a tutela di futuri pazienti. Quello che è successo è gravissimo e io piango una figlia sanissima, senza patologie pregresse, che conduceva una vita esemplare, senza nessun vizio, ma che è deceduta a soli a 23 anni».

«Sopravvivo per l’altro mio figlio, ma è come un galleggiamento a peso morto»

Vincenzo ricorda al Corriere Gaia, «una figlia meravigliosa, sempre sorridente e solare. Amava la vita, aveva appena realizzato il suo sogno di lavorare nel campo della moda. Era la figlia che tutti i papà avrebbero voluto avere». Lui, vedovo (la mamma di Gaia morì per un male incurabile nel giro di pochi mesi), vive un dolore indescrivibile. «Quando sono entrato l’ho trovata priva di sensi, praticamente cianotica, in arresto cardiaco. Sono stati attimi interminabili: l’arrivo dell’ambulanza, l’elicottero, la corsa insieme a mio figlio con la macchina in ospedale. Un incubo. L’inizio di un incubo», racconta. «La mia vita, da quel giorno non esiste più. Sopravvivo per l’altro mio figlio, ma è come un galleggiamento a peso morto. Sono nove mesi che piango tutti il giorni. Mi resta solo tanta tristezza e un senso di vuoto incredibile, incolmabile».

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