Ritrovato il cranio della salma decapitata in A22. La scoperta dopo 17 anni: era nel giardino della casa in cui un tempo viveva l’autore del delitto


È stata trovata la testa del cadavere decapitato trovato lungo l’autostrada del Brennero nel 2008 e solo recentemente identificato. A fare la macabra scoperta è stato il nuovo proprietario della casa in cui un tempo viveva Alfonso Porpora, autore del delitto e suocero della vittima. Il cranio sarebbe stato rinvenuto in giardino sotto delle lastre di cemento. Al cold case avvenuto in Germania nel febbraio di 17 anni fa si aggiunge dunque un altro tassello.
Il ritrovamento del cranio da parte del nuovo proprietario dell’immobile
Il cranio, appartenente a Mustafa Sahin, ventenne tedesco di origini turche, è stato ritrovato nel giardino della casa dove un tempo abitava Alfonso Porpora. La testa di Sahin era nascosta sotto a delle lastre di cemento. A ritrovarla, è stato il nuovo proprietario dell’abitazione a Sontheim an der Brenz, un piccolo comune a sud della Germania. Per avere assoluta certezza che si tratti di Sahin, è atteso l’esame del Dna. Solo due settimane fa la Procura di Bolzano aveva comunicato la soluzione del caso grazie all’identificazione del cadavere decapitato. Porpora, oggi 61enne, si trova già da anni in carcere, sta infatti scontando la pena per altri due omicidi – tra cui uno nei confronti di un altro compagno della figlia -, avvenuti con una dinamica simile: strangolamento e smembramento della vittima, poi occultamento dei resti.
L’identificazione di Mustafa Sahin, il genero di Alfonso Porpora
Trovato il 21 febbraio 2008 in un cartone lungo l’autostrada del Brennero, nei pressi di Chiusa, sino a poche settimane fa la polizia non era riuscita a risalire all’identità del cadavere. Si tratta di Mustafa Sahin, ventenne tedesco di origini turche, sposato con la figlia di Alfonso Porpora, con la quale aveva avuto due bambini. Secondo quanto riferisce la stampa tedesca, l’uomo aveva costretto il giovane a sposare la figlia, quando lei rimase incinta, ma di fatto non avrebbe mai accettato la loro unione. Dopo la sua sparizione, Porpora avrebbe poi costretto la figlia a dire agli inquirenti che Mustafa si era allontanato volontariamente. Il riconoscimento del cadavere è stato possibile anche grazie alla confessione di Porpora in carcere. È stata la moglie, la figlia di Porpora appunto, a riconoscerlo dalle mani e dai vestiti. La comparazione con il Dna dei due figli e dei genitori ha dato la conferma definitiva.
Gli altri delitti di Alfonso Porpora
Quello del 2008 è solo il primo degli omicidi riconducibili a Porpora. Il secondo delitto infatti risale al 2014. In quel caso, la vittima era un compagno della figlia: portato in garage da Porpora e dai suoi due figli, fu strangolato, esattamente come Mustafa. Dopo aver nascosto il cadavere in un congelatore, fu smembrato con una motosega e i resti furono portati fino in Sicilia, patria di origine di Porpora, e nascosti in un bosco nei pressi di Enna. Nel 2018, poi, l’uomo uccise ancora. Questa volta la vittima era il proprietario del garage che aveva preso in affitto. Prima del delitto Porpora e i due figli l’avevano legato per estorcergli la firma su diversi contratti. Anche i figli stanno scontando le loro condanne di 9 e 15 anni in carcere.