«Israele ha usato una bomba illegale contro il bar al-Baqa a Gaza: è un crimine di guerra»


L’esercito israeliano ha utilizzato una bomba da 500 libbre (230 chilogrammi), «arma potente e indiscriminata che genera un’onda d’urto dirompente e sparpaglia schegge su un’ampia area», nell’attacco su un obiettivo in un affollato bar sulla spiaggia di Gaza. Lo rivela la versione online del The Guardian, in base alle «prove» che il quotidiano britannico ha visionato. «Gli esperti di diritto internazionale hanno affermato che l’uso di tali munizioni è quasi certamente illegale e potrebbe costituire un crimine di guerra».
Il caffè al-Baqa
I frammenti dell’ordigno trovati tra le rovine del caffè al-Baqa sono stati identificati dagli esperti di armamenti come parti di una bomba multiuso MK-82 di fabbricazione statunitense. «l grande cratere lasciato dall’esplosione è un’ulteriore prova dell’utilizzo di una bomba grande e potente come la MK-82», dicono gli esperti di armamenti. L’esercito israeliano ha dichiarato che «prima dell’attacco sono state prese misure per ridurre il rischio di danneggiare i civili». Nell’esplosione al bar sono rimasti uccisi 39 palestinesi e decine di altri sono rimasti feriti. Tra le vittime un bambino di quattro anni. Tra i feriti un ragazzo di 14 e una bambina di 12. Nell’attacco è morto anche uno dei più famosi fotografi del conflitto, Ismail Abu Hatab, i cui scatti sono stati in mostra in giro per il mondo per documentare il massacro nel territorio palestinese sotto assedio.
Il bombardamento
Il bombardamento ha raso al suolo il bar e ha lasciato un enorme cratere nel terreno. Secondo il corrispondente di Al Jazeera l’attacco al bar è avvenuto senza alcun preavviso: «Quest’area funge da rifugio per molte persone traumatizzate e sfollate, offrendo un po’ di sollievo dal caldo opprimente delle tende». Tra le vittime anche alcuni bambini che partecipavano a una festa di compleanno. «Stavo andando al café per usare internet, a pochi metri di distanza, quando c’è stata una violenta esplosione. Sono corso sul posto. C’erano i miei colleghi, persone che incontro ogni giorno. La scena era orribile: corpi, sangue, urla ovunque», ha raccontato alla Bbc Aziz Al-Afifi, un cameraman di una casa di produzione locale. Sui social sono state diffuse le immagini che sembrano mostrare il momento in un cui un missile, apparentemente lanciato da un caccia israeliano, colpisce la zona della caffetteria Al-Baqa.
La tregua
Ieri Donald Trump ha esortato Hamas ad accettare la proposta di tregua per 60 giorni. L’organizzazione palestinese ha chiesto prima il cessate il fuoco. Secondo i media di Tel Aviv alcuni generali vorrebbero concludere le operazioni, mentre alcuni ex comandanti sarebbero preoccupati che la prosecuzione della campagna di Gaza porti ad una guerra di logoramento dai tempi indefiniti. In questo contesto si moltiplicano le pressioni dell’opposizione a Netanyahu perché si raggiunga un nuovo cessate il fuoco. Il dialogo tra le parti è effettivamente ripreso da alcuni giorni, ma ancora si attende una svolta.
La Cisgiordania
Oltre a Gaza la tensione resta alta anche in Cisgiordania, dove sono proseguiti gli assalti dei coloni ai militari. Nell’ultimo incidente è stato preso di mira il comandante della base della brigata regionale Binyamin, accusato di essere un traditore. L’ufficiale faceva parte del gruppo dei soldati aggrediti dai coloni durante un tentativo di entrare in una zona militare chiusa vicino al villaggio palestinese di Kafr Malik. Netanyahu ha condannato anche questi ultimi atti di violenza e anarchia, mentre il ministro della Difesa Katz ha convocato una riunione di tutte le agenzie di sicurezza per valutare la situazione, che era iniziata a degenerare subito dopo il 7 ottobre 2023.
Libano e Siria
Vista la situazione nei Territori palestinesi, lo Stato ebraico tenta di allentare la tensione con i paesi vicini. Il governo si è detto interessato a stipulare accordi di pace e normalizzazione con Libano e Siria, sulla scia degli Accordi di Abramo già sottoscritti con Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco. Lo ha fatto sapere il ministro Saar, con la puntualizzazione che le alture del Golan rimarranno parte di Israele. Con Damasco il dialogo è già iniziato: secondo Axios, l’amministrazione Trump sta conducendo colloqui preliminari con entrambe le parti su questo dossier, mentre alla Casa Bianca sarà firmato un ordine esecutivo per mettere fine alle sanzioni alla nuova Siria di al Jolani, mantenendo quelle su Assad e i suoi collaboratori.