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Aumento in vista per i pedaggi delle autostrade, l’incasso da 37 milioni di euro: cosa cambia dal 1° agosto

04 Luglio 2025 - 16:24 Bruno Gaetani
aumento-pedaggi-autostrada-agosto
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La novità è prevista in un emendamento al decreto Infrastrutture, che andrà al voto lunedì. L'aumento dovrebbe finanziare l'Anas. Malumori anche dentro la maggioranza di centrodestra, mentre le associazioni dei consumatori parlano di rincaro «vergognoso»

A partire dal primo agosto potrebbe scattare un nuovo aumento dei pedaggi autostradali. Lo prevede un emendamento al decreto Infrastrutture, che mira a introdurre un rincaro di un millesimo di euro al chilometro per tutte le classi di pedaggio: dalle auto e moto (classi A e B) fino ai mezzi pesanti (classi 3, 4 e 5). In altre parole, automobilisti e autotrasportatori dovranno sborsare un euro in più ogni mille chilometri percorsi. Un aumento che, secondo le stime della Ragioneria generale dello Stato, dovrebbe generare 37 milioni di euro di entrate aggiuntive.

Cosa prevede l’emendamento

L’emendamento porta la firma dei relatori dl Infrastrutture e sarà votato lunedì 7 luglio in commissione alla Camera. La proposta non solo introduce un rincaro permanente – seppur contenuto – dei pedaggi autostradali già a partire dalle prossime settimane, ma prevede che questo aumento sia integrato ogni due anni con un decreto del ministero dei Trasporti, che prevederà l’adeguamento agli indici di inflazione. E dove andranno a finire questi 37 milioni di euro? «La proposta – si legge nel testo dell’emendamento – si rende necessaria per individuare una copertura strutturale per il fabbisogno incrementale necessario ad Anas per far fronte ad una serie di eventi occorsi negli ultimi periodi (ridefinizione della rete in gestione Anas, incremento dei costi per l’illuminazione pubblica)».

L’aumento «vergognoso»: la protesta dell’Unc

«Se fosse confermato sarebbe vergognoso», protesta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. «È incredibile la volontà di questo governo di fare cassa lanciando il sasso e nascondendo la mano. Lo hanno già fatto togliendo gli sconti di Draghi sulle accise sui carburanti, ripristinando gli oneri di sistema sulle bollette della luce e del gas, alzando in quest’ultimo caso anche l’Iva dal 5% al 10 e al 22% a seconda dei consumi. Certe cose, come gli investimenti infrastrutturali, vanno finanziati con la fiscalità generale, nel rispetto del criterio della capacità contributiva fissato dall’art. 53 della Costituzione e non alzando a casaccio i pedaggi autostradali».

Schlein: «Un’altra tassa di Meloni sugli italiani»

A contestare la proposta dei relatori del dl Infrastrutture sono soprattutto i partiti di opposizione. La segretaria del Pd, Elly Schlein accusa Giorgia Meloni di provare «a mettere anche oggi una tassa in più, questa volta sugli italiani che vanno in vacanza» e annuncia che il suo partito ha già presentato un sub-emendamento per bloccare la proposta del governo. Riccardo Ricciardi, capogruppo del M5s alla Camera, riconduce l’aumento dei pedaggi autostradale alla necessità di trovare nuove risorse per finanziare il riarmo: «È ovvio che i folli investimenti bellici avranno un costo devastante sul piano sociale. Ed è per questo che in commissione, né Crosetto, né Tajani hanno avuto il coraggio di dire dove avrebbero reperito le risorse. Ma il dove è purtroppo ovvio: dalle tasche degli italiani», tuona il deputato pentastellato. Ma in realtà, anche la stessa maggioranza di governo sembra divisa sul tema. Secondo quanto apprende l’Ansa, sarebbero emersi malumori – in particolare da Fratelli d’Italia – sull’emendamento presentato dai relatori del dl Infrastrutture.

Foto copertina: Imagoeconomica/Saverio De Giglio

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