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Anas, scontro sul rinnovo della convenzione (senza controlli Ue). L’opposizione abbandona i lavori della commissione Trasporti alla Camera

anas sede milano emendamento
anas sede milano emendamento
Nei giorni scorsi l'emendamento al Dl Infrastrutture che aumentava i pedaggi autostradali a partire da agosto era stato poi ritirato

E’ praticamente una settimana che lo scontro politico, almeno nelle aule parlamentari, si è spostato tutto sul Dl Infrastrutture e in particolare sui rapporti tra stato italiano e Anas. Prima lo scontro sul rincaro dei pedaggi ad agosto, poi ritirato, ora un emendamento, approvato dalla maggioranza che permette al governo di rinnovare la concessione autostradale senza sottoporsi ai controlli della Commissione europea in materia, in particolare di aiuti statali alle aziende. La relazione sulla soppressione del comma spiega infatti che si prevede la «soppressione dell’ultimo comma dell’articolo 2 della legge 156 del 2021 avente ad oggetto la comunicazione preventiva alla commissione europea, riguardo il rinnovo della convenzione unica con Anas». In sostanza, scrivono i relatori, il parere non è più vincolante perché la direzione sulla concorrenza della Commissione europea ha già detto che il parere non sarà necessario, «la Dg comp» avrebbe detto che «una estensione della concessione riguarda strade pubbliche non sottoposte a pedaggio e quindi non comporta aiuti di stato». Anas, in realtà, gestisce anche alcuni tratti autostradali con pedaggio (per quanto buona parte dei 1.300 chilometri di autostrada che gestisce non lo siano).

La protesta delle opposizioni

L’opposizione è andata su tutte le furie. «Siamo ormai alla terza versione dell’emendamento Anas, segno evidente della confusione totale in cui versa l’esecutivo», hanno dichiarato Marco Simiani e Anthony Barbagallo, capigruppo del Partito democratico nelle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera: «Si continua a giocare con norme improvvisate e incerte, tentando di scaricare sulle spalle dei cittadini i costi di scelte politiche sbagliate – aggiungono i deputati dem -. Dopo il tentativo fallito di introdurre una tassa estiva attraverso l’aumento dei pedaggi autostradali, arriva una nuova proposta che elimina l’obbligo di comunicazione preventiva alla Commissione europea sulla proroga della concessione fino a 50 anni ad Anas. Il tutto senza chiarire come verranno finanziati gli investimenti sulla rete stradale. Una manovra opaca e pericolosa». «Il decreto infrastrutture licenziato nelle commissioni Ambiente e Trasporti rappresenta una delle pagine più gravi e vergognose della legislazione recente. Un testo scritto come se il Paese fosse in guerra, che svuota il ruolo delle comunità locali, impoverisce le province e calpesta i diritti dei cittadini più fragili. Con questo decreto, il Governo sottrae fondi alle province già in difficoltà, abbandonando i territori alla marginalizzazione e smantellando il principio costituzionale della sussidiarietà. Invece di investire in infrastrutture utili e sostenibili, si stornano risorse per “opere strategiche” che vengono militarizzate, dichiarate segrete e incontestabili», ha aggiunto Antonino Iaria, capogruppo in commissione Trasporti del Movimento 5 stelle. Di qui la decisione di abbandonare i lavori.

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