Libero Maurizio Cocco, l’ingegnere di Fiuggi era detenuto da tre anni in Costa d’Avorio. Il figlio sui social: «Il tempo tende a ristabilire la verità»


È stato rilasciato oggi – mercoledì 9 luglio – Maurizio Cocco, ingegnere di Fiuggi arrestato in Costa d’Avorio nel giugno 2022. Inizialmente fermato con l’ipotesi di appartenere a un’organizzazione criminale coinvolta in traffico di droga e riciclaggio di denaro, Cocco – scrive la Repubblica – è stato successivamente prosciolto da tali accuse. Tuttavia, la magistratura ivoriana ha deciso di condannarlo a due anni nel 2024 per frode fiscale e associazione a delinquere, oltre al pagamento di un’ammenda di circa 60 mila euro, mantenendolo in carcere nonostante l’assenza di prove concrete presentate a suo carico.
La scarcerazione
Fin dall’inizio della vicenda giudiziaria, l’Ambasciata d’Italia ad Abidjan ha seguito il caso con grande attenzione, fornendo assistenza sia al connazionale, che alla sua famiglia. I funzionari diplomatici hanno effettuato visite consolari regolari presso il carcere, presenziato alle udienze come osservatori e sensibilizzato le autorità locali in merito alle condizioni di detenzione, sopratutto quando, nel gennaio scorso, Cocco ha necessitato di ripetuto controlli medici. Grazie al legale del connazionale, nel dicembre 2024, il giudice ivoriano ha disposto una significativa riduzione della somma richiesta per la libertà su cauzione. Una volta formalizzato il pagamento da parte della sua famiglia, l’Ambasciata ha proceduto al deposito dell’importo presso la Cancelleria del Tribunale, facilitando così la scarcerazione di Cocco.
Il figlio sui social: «Lo avete giudicato senza sapere nulla»
Il figlio Francesco, con un post condiviso sui social, ha scritto: «Ci avete e lo avete giudicato senza sapere nulla… però nella vita il tempo è galantuomo, tende a ristabilire la verità, a riparare i torti e a far emergere la giustizia. Con umiltà, con coraggio, con disperazione, con diplomazia, non so quale altro aggettivo aggiungere, siamo andati avanti con l’ultimo pezzettino di forza che avevamo», conclude.
Foto copertina: ANSA / Maurizio Cocco