La fuga di notizie, il Deep State e Renzi: perché Giorgia Meloni è furiosa per il caso Almasri


La rabbia per la fuga di notizie sul tribunale dei ministri. Il rischio che il caso Almasri si trasformi in una mina vagante per il governo. E l’accusa al Deep State (e a Matteo Renzi) che ha deciso di mettere in difficoltà l’esecutivo. Giorgia Meloni è furiosa per le carte dell’accusa nei confronti dei ministri finite sui giornali. E per la frase su Signal da utilizzare per le comunicazioni. La risposta della premier sta tutta nella minaccia all’avvocata Giulia Bongiorno, che difende l’esecutivo, di indagare sulla fuga di notizie che ha all’improvviso riportato d’attualità un caso che doveva spegnersi. Dal punto di vista giudiziario gli indagati rischiano poco: la maggioranza di destra non darà mai l’autorizzazione al processo. Ma ora il punto è politico. Come giustificare il fatto che Carlo Nordio abbia mentito al Parlamento?
Il caso Almasri
La storia è quella del generale libico Nijeem Osama Almasri e comincia il 18 gennaio, quando la Corte penale internazionale spicca un mandato d’arresto nei suoi confronti per crimini di guerra e contro l’umanità. L’accusa è di averli commessi nella prigione di Mitiga ( Tripoli) dal febbraio 2011. Il giorno dopo Almasri viene fermato a Torino e portato in carcere. Due giorni dopo sale su un volo di Stato per essere rimpatriato. Il Tribunale ha concluso le indagini e a breve comunicherà la sua decisione. Due le strade possibili: archiviazione o richiesta di rinvio a giudizio per quattro membri del governo. Gli indagati sono la premier, i ministri Nordio e Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Le ipotesi di reato vanno dal favoreggiamento, al peculato, all’omissione d’atti d’ufficio (contestata al solo Nordio).
L’accusa
Il documento più importante a sostegno dell’accusa è un’e-mail in cui la capo di gabinetto di Nordio Giusi Bartolozzi raccomanda «massimo riserbo e cautela» nei contatti tra i dirigenti del Dipartimento affari di giustizia, suggerendo di utilizzare l’app criptata Signal per evitare comunicazioni ufficiali e tracciabili. Smentendo così la versione fornita da Nordio in parlamento, visto che il ministro aveva dichiarato che il suo dicastero era stato informato solo il giorno successivo. Secondo Nordio il governo non poteva riparare l’errore procedurale della Cpi. La comunicazione dimostra che il tempo c’era. E in un retroscena La Stampa spiega che l’accusa su Signal è inconsistente visto che le comunicazione che contengono informazioni di intelligence vanno trattate con maggiore privacy.
Via Arenula e Palazzo Chigi
In ogni caso la testa di Bartolozzi è a rischio. Anche se a via Arenula dicono che del caso si è occupato Palazzo Chigi. Tanto che il tribunale dei ministri è stato invitato ad ascoltare Mantovano. E a decidere è stata direttamente lei. Che intanto vuole sfidare apertamente il deep state che ritiene responsabile della fuga di notizie. E che ha imbeccato Renzi. «Quando Renzi ha partecipato al podcast di Fedez la settimana scorsa si è capito che qualcosa stava per accadere», confida un parlamentare di maggioranza al quotidiano. Che comincia a preparare il terreno anche per un’ipotesi più clamorosa. Ovvero quella dell’addio di Nordio al ministero. Nonostante sia il padre della riforma della giustizia voluta dalla maggioranza.
L’anello debole
Intanto Il Fatto Quotidiano riporta altri dettagli dalle carte. La comunicazione del 19 gennaio nella quale Bartolozzi scrive al capo DAG, Dipartimento Affari Giustizia del ministero Luigi Birritteri di usare Signal e non il protocollo ufficiale per le comunicazioni sull’arresto di Almasri non è l’unica. A febbraio, subito dopo l’avvio dell’istruttoria, il tribunale chiede le carte al ministero. Il Dipartimento Affari Giustizia diretto da Luigi Birritteri manda tutte le carte. Bartolozzi a quel punto chiede quali atti siano stati trasmessi. Lui non risponde. E quella seconda mail potrebbe generare imbarazzo più della prima. Perché Bortolozzi cita direttamente Nordio.
Cose turche
Ma cosa ha detto Renzi per finire sulla graticola virtuale del governo? Nel podcast di Fedez e Mr Marra, su Youtube, Renzi ha detto già un decina di giorni fa: «La prima carriera che vorrei separare è quella di Nordio dalla sua capo di gabinetto. Si chiama Bartolozzi e sta facendo delle cose turche». L’intervista è andata in onda lunedì 30 giugno ma era stata registrata prima. E Renzi sembra conoscere le carte del tribunale: «Quando andate in onda, lunedì (30 giugno, ndr)? Lo vedrete: c’è una vicenda complessa sul generale Almasri e su quello che ha fatto il Governo con la capo di gabinetto Bartolozzi, della serie come farsi una nuova amica». Poi l’anticipazione del messaggio su Signal, senza fare nomi.