Matteo Renzi e Meloni su Almasri: «È debole, vede complotti ovunque»


Matteo Renzi è stato accusato di far parte di quel Deep State che vuole far cadere il governo Meloni. Perché ha parlato per primo dei messaggi su Signal per Almasri e della capo di gabinetto del ministro della Giustizia Giusi Bartolozzi. Oggi in un’intervista a La Stampa dice che sul caso «l’unica cosa chiara è che qualcuno ha mentito. E devono dirci in Aula chi è stato. Il Parlamento va rispettato: l’opposizione deve fare domande, il governo deve dare risposte. Da qui passa la civiltà democratica di un Paese. Meloni viene in aula e non risponde, Tajani idem, Nordio vedremo. Il Parlamento non è il luogo del chiacchiericcio, ma la casa della democrazia: questi non l’hanno ancora capito».
La credibilità di Nordio
Renzi ricorda con Niccolò Carratelli che «Nordio disse in Aula che la prima comunicazione su Almasri non era chiara. Scopriamo ora che invece la sua capo di gabinetto Bartolozzi era così preoccupata da chiedere di non lasciar traccia nei documenti ufficiali e di parlarsi solo su Signal. Delle due l’una: o Nordio ha mentito o Bartolozzi gli ha nascosto le informazioni». E poi: «Per la stima che nutro verso Nordio paradossalmente mi auguro che stia mentendo. Se, infatti, ha detto la verità, significa che la sua capo di gabinetto lo eterodirige. Preferisco un Nordio che mente a un Nordio fantoccio. Se Nordio mente è grave. Se Nordio dice la verità, il ministero della giustizia è guidato dalla capo di gabinetto, non da Nordio. Ed è ancora più grave».
Indifendibile
Secondo Renzi Nordio dovrebbe dimettersi: «Sì, è indifendibile. Potrebbe salvarsi solo cacciando chi gli sta intorno. Ma Bartolozzi è difesa dalla fiamma magica, a cominciare da Mantovano e Delmastro. Perché è evidente che quando la Bartolozzi scrive di essere già informata – e Nordio dice di non sapere nulla – significa che qualcuno da Palazzo Chigi l’ha informata. Chi? Che uno dei due debba lasciare è ovvio. Se lo facessero entrambi, sarebbe buon gusto. Se non lo farà nessuno dei due, sarà uno scandalo».
I punti da chiarire secondo il leader di Italia Viva sono tanti: Chi ha deciso di scarcerare un violentatore di bambini? Perché? Perché è stato scelto il volo di Stato? Meloni cosa sapeva? Mantovano cosa ha deciso? Alla fine, in questa storia l’unico che ha tenuto la schiena dritta è stato Piantedosi. Almeno al Viminale dimostrano di sapere come si gestiscono vicende del genere, vecchia scuola prefettizia». E poi: «Io, che ho combattuto a viso aperto contro le toghe rosse e il loro eccesso di protagonismo politico, non consentirò mai che queste toghe brune si sostituiscano al Parlamento».
Buon vento
Renzi rivela che Bartolozzi la conosce «dai tempi in cui guidava Azione in Sicilia, non è una che si fa da parte in silenzio. L’altra mattina, alle 6.50, mi ha mandato un sms dal vago sapore minatorio: “Buon vento”. E lo ha fatto perché io avevo annunciato un’interrogazione parlamentare su di lei. Questi non conoscono le istituzioni. Ma non conoscono nemmeno me: pensano di farmi paura e invece mi invitano a nozze». Mentre Giorgia Meloni continuerà a coprire tutti: «Sì. È una donna che ha meno coraggio di quello che vuol far credere. Lei è fragile, vede fantasmi ovunque, ha la sindrome del complotto. Ed è per questo che ha una squadra ridotta all’osso di parenti, ex parenti e fedelissimi. Ma così non si governa un consiglio comunale di terza fascia, figuriamoci l’Italia».
I consensi
Infine, Renzi dice che Meloni non perderà consensi su Paragon e Almasri: «Lo farà a breve sugli stipendi e sulle tasse. Ma io continuo a porre il tema istituzionale, anche se dovessi essere l’unico a farlo. Anche se dovessi rimetterci economicamente, politicamente, elettoralmente. Continueremo la battaglia in Parlamento, anche se sembra che non produca frutti».