Napoli, detenuta perde i capelli e arriva a pesare 40 chili per la depressione. Assolta dopo un anno perché «il fatto non sussiste»


Oltre un anno di detenzione, la calvizie dovuta alla depressione e un generale deperimento delle sue condizioni di salute. Maria Minei, donna napoletana finita in carcere poiché gli inquirenti la ritenevano coinvolta in un traffico di banconote false, si è però sempre dichiarata innocente. Ieri, giovedì 10 luglio, è arrivata la pronuncia della VI sezione del tribunale di Napoli: assolta insieme al compagno, anche lui in carcere con le stesse accuse, perché «il fatto non sussiste». Se Minei e il compagno sono stati assolti, altri imputati nello stesso procedimento invece sono stati ritenuti coinvolti nella produzione e nello spaccio di banconote contraffate. Per loro previste pene che variano tra i tre anni e mezzo e due anni e otto mesi di reclusione
Un anno fa la denuncia dell’avvocato
Circa un anno fa, l’avvocato che difende la donna e il suo compagno, Gennaro De Falco, aveva denunciato le precarie condizioni di salute della sua assistita: «Ha perso i capelli, è in deperimento organico, pesa appena 40 chili, e i suoi figli di 12 e 16 anni sono rimasti senza assistenza». L’avvocato, rimarcando che Minei si è sempre dichiarata estranea alla vicenda, sottolineava anche le precarie condizioni di detenzione: «Penso che questa vicenda sia emblematica, della situazione in cui versano le carceri e della incapacità di garantire un trattamento umano ai detenuti». E ha ricordato come agli altri imputati fosse stata concessa un’attenuazione delle misure cautelari, a differenza della sua assistita. «È magrissima e nel carcere dove è stata trasferita dopo la chiusura a causa del terremoto della casa circondariale di Pozzuoli, non c’è neppure una bilancia per tenere sotto controllo il peso e quindi valutare la gravità del suo deperimento», aveva dichiarato lo scorso anno.