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Giancarlo Di Vella: il prof condannato per violenza sessuale torna a insegnare a Bari

giancarlo di vella violenza sessuale università torino
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Sarà docente di medicina legale all'università privata Lum. Tornerà in cattedra a settembre

Giancarlo Di Vella è l’ex direttore della scuola di specialità di medicina legale di Torino. Ha patteggiato una condanna a un anno e undici mesi per violenza sessuale e molestie nei confronti di 12 ex allieve. L’inchiesta risale al febbraio 2024, e alcune delle vittime hanno raccontato dettagli e particolari delle molestie. Lui, prima di patteggiare, si era difeso sostenendo di essere affettuoso e che al Sud facessero tutti così. E proprio al Sud Di Vella tornerà a insegnare. Ha infatti vinto il posto da professore associato di medicina legale bandito dall’Università Lum di Bari. È arrivato al primo posto, ma era anche l’unico partecipante al bando. Tornerà a lavorare a settembre.

Giancarlo Di Vella

Di Vella insegnerà ai più giovani alunni iscritti alla facoltà di medicina della Lum di Bari, università privata che dichiara, tra le proprie «missioni», quella «di contribuire a formare una nuova classe dirigente per favorire lo sviluppo economico e la crescita del Mezzogiorno», racconta La Stampa. Il quotidiano ricorda anche che i giudici avevano inflitto al professore anche «la misura interdittiva del divieto, per dodici mesi, di esercitare uffici direttivi presso persone giuridiche e imprese e la sospensione per un anno dell’esercizio di pubblici uffici». Nel frattempo ha risarcito le parti offese con cifre che vanno dai 15 ai 20 mila euro ciascuna. E si era dimesso da ogni incarico proprio per dimostrare al Gup la sua volontà di collaborazione. La Cassazione gli aveva dato torto sulla riqualificazione del reato.

Il prof affettuoso

Nella sua difesa Di Vella si era  dichiarato «profondamente dispiaciuto dall’aver appreso dagli atti che alcuni medici in formazione, che ha sempre definito così come forma di rispetto, si siano sentiti offesi da alcuni suoi atteggiamenti ritenuti invasivi. Il suo modo di agire rientrava in un carattere coinvolgente finalizzato unicamente a creare una squadra di lavoro affiatata». Secondo il suo legale Di Vella «ha preso consapevolezza che, alla luce del suo ruolo, alcuni comportamenti fossero da evitare». Non ha mai voluto provocare disagio o «entrare nella sfera intima» delle specializzande ed è probabile che il suo «modo di fare», frutto di «un carattere espansivo e coinvolgente tipico di chi ha origini del Sud», sia stato equivocato.

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