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Bene Mecna voce e piano, che gusto il rap di Néza. Da dimenticare VillaBanks – Le recensioni delle nuove uscite della settimana

13 Luglio 2025 - 19:28 Gabriele Fazio

Néza – Diaspo

Evviva. Era ora. Diaspo è il disco che stavamo aspettando. Finalmente un certo tipo di narrazione si fa autentica, illuminata, magari non perfetta, ok, ma vibrante di un’autentica necessità. Questa è la forza di questo album, certamente tra i migliori firmati da un rapper italiano di seconda generazione, la voglia di dipingere la propria esistenza con la verità tra i denti, il legame stretto con la propria cultura, che arricchisce tutto. Ce ne fa di regali Néza, brani come Yababa Legnano, Sul lungomare, Dollar, Suavecita, Vampire, Tragica, Mama y la zone. E no, non sono né racconti necessariamente struggenti e nemmeno muscolosissimi egoriferimenti in musica. Sono canzoni autentiche scritte da un ragazzo, giovanissimo, 19 anni, che non si accontenta, che ha bisogno di raccontarsi, di aprire le finestre sul proprio mondo, come funziona quando un artista è un artista, scritte con la spregiudicatezza di chi si mette in gioco. Non è un disco perfetto, è chiaro, come è chiaro che non manca l’eco di ciò che va in classifica, ma mica è un delitto finire in classifica. Ma in questo disco vengono esplorate anche sonorità diverse, dalla ballad rap al rap in cassa dritta, dal racconto più crudo a quello più sottile, che sta fisiologicamente bene addosso ad un ragazzino. Un ragazzino bravo. Davvero molto bravo. Ci sono adulti con decenni di carriera nel mondo del rap che ancora non hanno capito, che ancora pensano che la storia della musica si legge sul libretto degli assegni.