ESCLUSIVA OPEN – Revocati 60 milioni di tax credit alla Sipario di Andrea Iervolino. Gravi accuse al produttore nella relazione al tribunale di Roma: gonfiati tutti i costi. La replica di Iervolino: «accuse di parte, ricorro al Tar contro il Mic»


Il ministero della Cultura ha revocato oggi quasi 60 milioni di euro di tax credit concesso alla società Sipario Movies spa fondata da Andrea Iervolino e Monika Waldner Gomez Del Campo Bacardi nota nell’ambiente dello spettacolo come “Lady Bacardi”. La società, quotata per alcuni anni all’Euronext di Milano, è stata sciolta e messa in liquidazione qualche mese fa dopo che da un anno Iervolino e Lady Bacardi si erano denunciati a vicenda impugnando in tribunale ogni decisione societaria, rendendo impossibile qualsiasi decisione assembleare. Con provvedimento n. 4323/2025 la sezione XVI del Tribunale civile di Roma il 10 giugno scorso ne ha disposto l’amministrazione giudiziaria, iscritta formalmente nel registro delle imprese il 16 giugno scorso. Dalla procedura sono stati trasmessi al ministero documenti su palesi irregolarità compiute dalla società nella documentazione inviata al ministero della Cultura per chiedere e ottenere in gran parte il tax credit per la produzione. Secondo quanto risulta a Open l’atto di revoca del tax credit è stato disposto dal direttore dimissionario del cinema del ministero, Nicola Borrelli.
L’accusa dei “meccanismi illeciti” a Iervolino da parte dei professionisti del tribunale
È molto pesante la relazione inviata al tribunale dal pool di professionisti che ha assistito il liquidatore della società, David Peretti per chiedere e ottenere la l’amministrazione giudiziaria di Sipario Movies, società che negli anni ha assunto diverse denominazioni sociali (prima Iervolino Entertainment srl, poi Iervolino & Lady Bacardi Entertainment spa, in sigla ILBE). Il documento presentato in tribunale spiega infatti che «la situazione patrimoniale che risultava dai precedenti bilanci della Società era frutto del sistematico compimento di atti illeciti (che si possono definire alla stregua di “meccanismi illeciti”) cui la precedente gestione di Sipario aveva dato corso per anni, anche per il tramite delle proprie società controllate Arte Video S.r.l., Ilbe Studioss d.o.o. e, più recentemente, Welcome to Italy S.r.l. (tali ultime due società hanno anche negato all’ultimo Consiglio di Amministrazione di Sipario i loro documenti contabili ed anche gli estratti conto bancari al fine della redazione della situazione patrimoniale consolidata), nonché per il tramite della Evolution & Development Technology s.a. e dei c.d. agenti di vendita».
Le voci gonfiate nella produzione per avere più tax credit dal ministero della Cultura
Secondo la relazione dei liquidatori al tribunale la società di Iervolino aveva lucrato illecitamente anche sul tax credit al cinema, moltiplicando artificiosamente alcune voci di costo su cui lo sconto fiscale sarebbe intervenuto. Si citano ad esempio come “gonfiati” i costi «per i cosiddetti servizi di transcodifica da 2D a 3D, realizzati sulla base di un software ormai obsoleto, per l’importo complessivo di euro 75.286.848,00. In questo modo, la Società è riuscita ad ottenere crediti d’imposta cinematografici per euro 29.682.089, di cui euro 19.160.800 ad oggi utilizzati». Ma non era il solo illecito riscontrato dai professionisti, perché altrettanto gonfiati risultavano «i costi di fornitura della produzione delle c.d. animations (lasciando da parte le produzioni di film e documentari), per l’importo di euro 169.805.595,00 (costi che, peraltro, non sarebbero stati ammissibili tout court in quanto relativi ad attività svolte in India, tramite la società Assemblage, o in Bahrein, tramite la società Al Mashael Movies, che venivano però “europeizzati” tramite interposte società europee di comodo). In questo modo, la Società è riuscita a ottenere crediti d’imposta cinematografici per euro 27.730.028,26, di cui utilizzati euro 14.634.217,06».

La contabilizzazione dei costi fatta senza seguire le regole del codice civile
Per ottenere maggiori rimborsi fiscali la società – sempre secondo la relazione dei professionisti – gonfiava artificiosamente il proprio conto economico sia sul fronte dei ricavi che su quello dei costi «sulla base di presunti ricavi provenienti da entità giuridiche estere di comodo e di costi volutamente gonfiati da fornitori interposti». Non solo, Iervolino in Sipario creava attività fittizie gonfiando patrimonio e risultato netto della società attraverso la contabilizzazione «della partecipazione e dei crediti commerciali e finanziari verso Ilbe Studios per importi privi di qualsiasi fondamento; di crediti commerciali verso gli agenti di vendita frutto esclusivamente di operazioni simulate» e grazie al «disallineamento tra la contabilizzazione di costi delle opere audiovisive, non imputati interamente a conto economico, ma anche capitalizzati e poi ammortizzati negli anni successivi, rispetto ai proventi da minimo garantito e da crediti d’imposta cinematografici e per la ricerca e sviluppo, tutti imputati invece a conto economico nell’anno di riconoscimento».
Il rating bancario migliorato artificiosamente e la distrazione di fondi da altre società
L’elenco delle accuse dei professionisti è ancora più lungo, visto che accusano Iervolino e il management della società della «distrazione a beneficio di talune società (Evolution e Al Mashael) di ingente liquidità e della titolarità e sfruttamento dei diritti sulle opere cinematografiche realizzate da Sipario», oltre che del «gonfiamento artificioso del valore di quotazione delle azioni di Sipario sul mercato regolamentato Euronext Growth Milano», che provocava un «miglioramento artificioso del rating bancario che permetteva a Sipario di ottenere ingenti prestiti che ora non è in grado di rimborsare». Fra le accuse anche quella della «distrazione di oltre euro 22 milioni a favore di altre società (in particolare Evolution).
La truffa identificata dai liquidatori che avrebbe raggirato lo Stato italiano

La relazione si dilunga poi a spiegare i meccanismi di quella che appare sicuramente una truffa allo Stato italiano, in cui è cascata forse anche una banca finanziatrice a cui stava particolarmente a cuore Iervolino. Attraverso un giro di società estere sempre riconducibili all’imprenditore italiano i costi reali di acquisto e produzione si gonfiavano di almeno dieci volte per fare salire la massa su cui richiedere al ministero della Cultura il tax credit. Molte di queste somme sono state incassate, altre congelate da Borrelli quando sono sorti i primi dubbi. Oggi arriva la revoca, che è un atto ormai obbligato, ma probabilmente del tutto inefficace. Perché come scrivono con crudezza i professionisti al tribunale di Roma, la Sipario è ormai svuotata di qualsiasi bene realizzabile. E non ha nulla con cui restituire quei fondi allo Stato italiano.
Il rischio per lo Stato di non riavere indietro quei fondi perché la società non ha nulla
Il documento dei professionisti ipotizza infatti lo stato di insolvenza della società che «non dispone di effettivi assets, giacché gli stessi sono stati dirottati verso terze economie direttamente o indirettamente riconducibili al sig. Iervolino, ha visto svanire i pretesi “crediti di imposta” precedentemente iscritti nell’attivo, i quali sono risultati artificiosi e dunque illegittimi, e non risulta avere effettive potenzialità industriali o produttive». Secondo i liquidatori lo stato di insolvenza si deduce anche dal fatto che Sipario «ha smesso di effettuare pagamenti nei confronti delle banche che le hanno concesso finanziamenti dal mese di giugno 2024, fatta eccezione per alcuni pagamenti eseguiti a settembre 2024 con risorse finanziarie per 1.500.000 euro richieste e versate a Sipario dall’azionista Mb Media S.A». Si aggiunga che non ci sono risorse per pagare dipendenti (quasi tutti licenziati) e fornitori e che le passività finanziarie ammontano a 38 milioni di euro, i debiti commerciali e le altre passività a 22 milioni di euro e le attività a soli 17 milioni di euro.
I film con grandi attori, e fra loro papa Francesco. Ricevuto da papa Leone XIV con Al Pacino

Nonostante questa situazione reale e quel che sta emergendo ora, Andrea Iervolino è stato sempre portato in palmo di mano sia nel mondo del cinema che nei palazzi della politica che hanno aiutato la sua scalata. Ha prodotto anche film noti, come quello sulla vita di Enzo Ferrari e su quella di Ferruccio Lamborghini, oltre alla pellicola su Amedeo Modigliani a Parigi di cui è stato regista Johnny Depp e attore principale Riccardo Scamarcio. Ha fatto recitare in due suoi film anche Mike Tyson e per un cammeo pure papa Francesco. Sta preparando un film sui fratelli Maserati sullo stesso schema dei precedenti su Ferrari e Lamborghini. Con uno degli attori principali della pellicola, Al Pacino (con cui vanta rapporti di amicizia) il 16 giugno scorso è stato ricevuto da Papa Leone XIV a cui ha portato in dono un modellino dell’iconica auto. Ci sa fare sul piano delle relazioni esterne, e ha coinvolto nelle sue produzioni anche grandi attori del cinema internazionale come Robert De Niro e Antonio Banderas oltre a Depp e Al Pacino.

La copertina di Fortune Italia di questo mese e il suo commento su Rexal Ford
Ora in edicola la foto di Andrea Iervolino campeggia sulla copertina di Fortune Italia come simbolo dei “40under40” che stanno cambiando il paese. Lo intervista all’interno la direttrice della rivista, Annalisa Chirico. E lui, raccontando amicizie e grandi imprese, oltre alla delusione del contrasto con lady Bacardi su cui però non vuole fornire particolari, non si tira indietro nemmeno quando gli viene chiesto di commentare il tax credit concesso a Rexal Ford, alias Francis Kaufmann, accusato del duplice omicidio di villa Pamphili: «Ho letto notizie di giornale, è una storia che mi ha colpito. Io penso che non sia un problema di carenza di controlli, può succedere che tra migliaia di pellicole una si perda. La questione fondamentale è che, senza incentivi pubblici, il cinema non potrebbe esistere. I finanziamenti
statali esistono in tutto il mondo, anche in percentuali maggiori rispetto all’Italia. I costi sono tali che, senza incentivi, non sarebbe economicamente sostenibile. La questione principale riguarda l’assenza di una selezione all’ingresso: chiunque può improvvisarsi produttore, in Italia come negli Usa. Altre professioni richiedono percorsi formativi e qualifiche ad hoc. Nel cinema non è così».

La replica di Iervolino e del suo avvocato: «Faremo ricorso al Tar, sicuri di avere ragione»
Nella tarda serata di lunedì 14 luglio ad Open è arrivata la replica di Andrea Iervolino e del suo avvocato, Sergio Santoro, in cui si contesta al ministero della Cultura di avere revocato il tax credit prendendo per buone accuse di un liquidatore di parte, si specifica che ora è stato nominato un amministratore giudiziario e si annuncia ricorso al Tar nei confronti del Ministero della Cultura sulla revoca del tax credit. Ecco il testo inviato:
1. La revoca dei tax credit da parte del dott. Nicola Borrelli si basa esclusivamente su dichiarazioni e documentazione presentate dal sig. David Peretti, ex amministratore prima ed ex liquidatore poi nominato da Monika Bacardi,.
2. A seguito delle gravi irregolarità accertate nella gestione della società da parte del sig. Peretti, il Tribunale civile di Roma con il provvedimento, n. 4323/2025 del 10 giugno 2025 ha disposto la revoca del sig. Peretti dalla carica di liquidatore. Quindi contrariamente a quello che è stato scritto, le uniche irregolarità accertate da un Tribunale il questo momento sono quelle compiute dal sig. Peretti (che si presenta come “consulente legale”, che esercita in Lussemburgo, non iscritto a nessun albo professionale e privo di qualunque competenza ed esperienza nel settore).
3. Contestualmente il Tribunale, ha condannato il sig. Peretti e la società MB Media SA – riconducibile alla sig.ra Monika Bacardi – a rimborsare a IA Media (parte ricorrente) e alla stessa Sipario Movies le spese sostenute per il procedimento.
4. L’ordinanza, peraltro, conferma la linea già tracciata dal Tribunale con il precedente provvedimento dell’8 aprile 2025, che aveva riconosciuto l’azione concertata e occulta di MB Media SA e Sportfinance – riferibili alla sig.ra Bacardi – volta a influenzare la governance della società in violazione della normativa sull’OPA obbligatoria.
5. Il Tribunale ha altresì nominato Amministratore Giudiziario il Prof. Dott. Paolo Bastia, con studio in Roma, Via Panama 52, chiamato a guidare la società in questa delicata fase. Il provvedimento sottolinea come la condotta del sig. Peretti abbia esposto Sipario Movies a un “pericolo concreto ed attuale che il Tribunale di Roma, pronunciandosi sull’istanza ex art. 37 CCII sulla base della prospettazione resa della stessa società Sipario Movies s.p.a. (in quella sede rappresentata proprio dal Peretti), previo esame della documentazione contabile da questa unilateralmente predisposta in aderenza alla ricostruzione dei soci di maggioranza, possa dichiarare l’apertura della liquidazione giudiziale, in tal modo azzerando il valore di alcune voci dell’attivo, per loro natura presupponenti la conservazione della continuità aziendale, già contabilizzate per svariate decine di milioni di euro”.
6. Tra le varie gravi irregolarità, cito, anche quella di aver trasmesso al Ministero volutamente, in danno alla Società, alcuni giorni prima di essere revocato documenti su presunte, irregolarità compiute dalla Società per chiedere e ottenere il tax credit cinema. La infondatezza di tali accuse risulta dal fatto di non essere state nemmeno prese in considerazione dal Tribunale e dal curatore speciale di Sipario Movies avv. Enrico Caratozzolo nominato dal Tribunale stesso.
7. Si segnala, che, peraltro Il Ministero della Cultura ha proceduto alla revoca senza nemmeno dare il tempo che il nuovo amministratore giudiziario aveva esplicitamente richiesto per verificare le informazioni agli atti. Una condotta in aperta violazione dei principi di contraddittorio e imparzialità.
8. Contro il provvedimento sarà depositato ricorso al TAR che, data l’infondatezza delle accuse appurate da ben cinque perizie contabili di altissimo livello, sono sicuro che accerterà l’illegittimità della revoca e la riattribuzione dei tax credit, sulla base di verifiche documentali e testimonianze tecniche indipendenti.
9. Tutti i tax credit oggetto di revoca si riferiscono a opere animate prodotte regolarmente, consegnate e depositate presso la Cineteca Nazionale. Le stesse sono state sottoposte a comparazione con benchmark tecnici e finanziari, commissionati a primarie società di consulenza internazionali, i cui pareri attestano inequivocabilmente la qualità e legittimità delle produzioni ed il fair value del loro costo.
10. Per completezza, si precisa come tutte le presunte irregolarità contestate dal sig. Peretti, sono state puntualmente smentita da documentazione messa a disposizione dell’Amministratore Giudiziario, che sta operando una corretta e puntuale ricostruzione delle vicende della società e del suo patrimonio, che metterà prontamente a disposizione del Ministero, dal quale ci si attende, quindi, prima ancora del provvedimento del TAR, l’annullamento di un provvedimento frettoloso e fondato su allegazioni non veritiere, provenienti da un liquidatore che si è macchiato di gravi irregolarità, su istigazione della sua mandante, sig.ra Monika Bacardi, in collegamento con conflitti con il Sig. Iervolino, che nulla hanno a che vedere con la Sipario (già Ilbe).
11. Offrire cassa di risonanza ad allegazioni non veritiere di un personaggio delle cui qualità professionale il Tribunale di Roma ha già fatto giustizia, rappresenta, a mio avviso, un esercizio non ortodosso e forviante della responsabilità giornalistica, che va evitato e comunque corretto.
12. Conclusione: è evidente che quanto accaduto è frutto di una manovra strumentale orchestrata da Peretti – in coordinamento con l’azionista Bacardi – finalizzata a danneggiare la società, gli altri azionisti e la mia persona. Confidiamo nel lavoro del TAR e nell’azione dell’amministratore giudiziario super partes, il quale – senza alcun conflitto di interesse – farà finalmente emergere la verità.
Avv. Sergio Santoro e Andrea Iervolino