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Minacce a Saviano e Capacchione, confermata la condanna per il boss Francesco Bidognetti. Lo scrittore in lacrime dopo la sentenza – Il video

14 Luglio 2025 - 18:56 Ugo Milano
La Corte d’Appello di Roma ha confermato le condanne a un anno e mezzo di carcere per il capoclan dei Casalesi e un anno e due mesi per il suo ex avvocato nell'ambito del processo per le minacce rivolte nel 2008 ai due giornalisti: «Un'odissea durata 16 anni»

La Corte d’Appello di Roma ha confermato le condanne a un anno e mezzo di carcere per il boss dei Casalesi Francesco Bidognetti (già detenuto in regime di carcere duro dal 1993) e un anno e due mesi per il suo ex avvocato Michele Santonastaso nell’ambito del processo per le minacce rivolte nel 2008 allo scrittore Roberto Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione. Alla lettura della sentenza, un lungo applauso è esploso in aula. Saviano, presente in tribunale, si è lasciato andare a un pianto liberatorio, stringendosi al suo legale Antonio Nobile. «Mi hanno rubato la vita», ha dichiarato. «Sedici anni di processo non sono una vittoria per nessuno – prosegue lo scrittore – ma ho la dimostrazione che la camorra in un’aula di tribunale, pubblicamente ha dato la sua interpretazione: che è l’informazione a mettergli paura. Ora abbiamo la prova ufficiale in questo secondo grado che dei boss con i loro avvocati firmarono un appello dove misero nel mirino chi raccontava il potere criminale. E non attaccarono la politica ma il giornalismo insinuando che avrebbero ritenuto i giornalisti, e fu fatto il mio nome e quello di Rosaria Capacchione, i responsabili delle loro condanne. Non era mai successo in un’aula del tribunale in nessuna parte del mondo», ha concluso.

Le minacce a Saviano e Capacchione durante il processo ai Casalesi

Le minacce risalgono al processo d’appello “Spartacus”, uno dei più importanti maxi-processi alla camorra, che nel 2008 vedeva imputati i vertici del clan dei Casalesi. Durante quell’udienza, Santonastaso lesse in aula una lettera, con pesanti intimidazioni indirette a Saviano e Capacchione, entrambi colpevoli, agli occhi del clan, di aver raccontato e denunciato pubblicamente le attività criminali della camorra casertana. Intanto lo scrittore, appena fuori dall’aula, ha pubblicato anche una storia su Instagram in cui è chino con la tra le mani e la scritta: «Sto fermo, ma il pensiero cammina avanti e indietro».

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