Il fedelissimo di Meloni e i dazi di Trump: «Se arrivano al 30% il tavolo salta»


Se i dazi degli Usa nei confronti dell’Unione Europea arriveranno davvero al 30% «il tavolo salta. Ma ora non è il momento dei toni muscolari». Tommaso Foti, ministro degli Affari Europei e del Pnrr, big di FdI, parla oggi con Repubblica della trattativa sulle tariffe tra l’Ue e Donald Trump e della lettera del presidente americano su Truth. Chiedendo di stare attenti ai mercati: «Bisogna evitare che si scateni un effetto panico, che rischia di produrre contraccolpi pesanti. Ci vuole calma, nervi saldi. Va trovato un punto di equilibrio».
Il 10%
L’obiettivo però non sarà realisticamente quel 10%: «Non parlo di numeri, in questa fase si rischiano solo brutte figure. Credo però che la lettera di Trump, diciamo di natura informativa, nella parte finale lasci trasparire la disponibilità a una trattativa. Ora non dobbiamo farci tirare nello stagno da chi pensa di partire con una guerra commerciale, perché sarebbe veramente molto difficile poi rimettere a posto i cocci». Il ministro non critica Ursula von der Leyen: «Essendo un negoziato commerciale, è giusto che la trattativa abbia aspetti tecnici, ma va colto il dato politico. L’aspetto centrale è uno: va preservata l’unità dell’Occidente».
I muscoli
Mentre sulla Francia di Macron che chiede controdazi Foti invita alla calma: «I toni muscolari vanno esibiti alla fine, non adesso. La strategia di Trump è chiara, ma non bisogna reagire in modo sguaiato o non ponderato. Anzi, mai come adesso serve muoversi con molta tattica e capacità negoziale. Questo se si vuole raggiungere l’obiettivo primario, cioè un accordo che contemperi le esigenze di tutti. Poi è chiaro che se non si arriva a questo obiettivo, ci saranno conseguenze. Però non c’è la necessità di battere i pugni sul tavolo, le contromisure sono già state studiate e sono forti. Non vedo la necessità di continuare a reclamarle. Adesso concentriamoci sull’accordo, perché con una guerra commerciale ci facciamo male tutti».
I sussidi
Foti non vuole anticipare se il governo preparerà sussidi alle categorie: «Parlarne adesso indebolisce la nostra posizione al tavolo con la controparte. Anche in questo caso, idee precise ci sono. Ma non è il momento né di esporle né di applicarle. Perché la trattativa è ancora aperta e quel 30% si può togliere dal tavolo».