Dazi, Trump: «Stiamo discutendo con l’Ue, penso che andrà bene». Meloni: «Un accordo va raggiunto entro il primo agosto»


Proseguono i contatti tra gli Stati Uniti e l’Unione europea per trovare un accordo sui dazi al 30% voluti dall’amministrazione Trump. Il presidente Usa, citato da Bloomberg, ha dichiarato nella serata di martedì 15 luglio che «sta parlando con l’Ue», ha detto ai reporter prima di volare in Pennsylvania. «In passato ci ha trattato male – ha proseguito – ma ora ci sta trattando bene. Penso che tutta andrà bene». Nel frattempo, la Commissione europea ha confermato che il commissario per il Commercio, Maros Sefcovic, ha avviato i colloqui con l’amministrazione americana, dapprima telefonicamente sentendo Howard Lutnik, segretario al Commercio, e poi con un ulteriore confronto previsto per questa sera con Jamieson Greer, rappresentante statunitense per il Commercio. «Siamo nella fase più delicata dei negoziati», ha spiegato il portavoce della Commissione, Olof Gill, precisando che «l’obiettivo resta un accordo di principio entro fine mese».
Pronto un secondo pacchetto di contromisure europee
L’Europa, però, non resta a guardare. La Commissione ha infatti completato un secondo elenco di misure di risposta, frutto di una consultazione con Stati membri e imprese, ora trasmesso alle capitali per l’approvazione. Il processo prevede che la Commissione ascolti le eventuali opinioni degli Stati e presenti una nuovo elenco di contromisure da approvare. Tuttavia, Bruxelles ha chiarito che non entrerà in vigore prima del 1° agosto, lasciando spazio alla diplomazia. «Non intendiamo agire prima di quella data, ma siamo pronti», ha ribadito Gill.
Meloni: «Un accordo sui dazi va raggiunto entro il primo agosto»
Un accordo sui dazi «reciprocamente vantaggioso» fra Stati Uniti e Unione europea «deve essere concluso prima del primo agosto», ha invece dichiarato la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro con il cancelliere austriaco Christian Stocker, a Palazzo Chigi. «Siamo d’accordo sul fatto che occorra scongiurare in ogni modo una guerra commerciale fra le due sponde dell’Atlantico, – ha proseguito la premier – e continueremo con gli altri leader, in costante contatto con la Commissione europea, per arrivare a un accordo che deve essere vantaggioso per tutti. L’obiettivo per me è rafforzare l’Occidente nel suo complesso, rafforzando le economie. Tutti gli altri scenari sarebbero insensati nell’attuale contesto».
Tajani a Washington per incontrare Rubio e Greer
L’obiettivo del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani è quello di raggiungere intese che soddisfino le due sponde dell’Atlantico, per trovare «accordi win-win». È il succo della missione lampo in terra americana di Tajani sui caldi dossier internazionali, a partire proprio dai dazi paventati da Trump a partire dal primo agosto. Ma altissima è l’attenzione anche sulle guerre, a partire da quella sull’Ucraina. Nella sua visita a Washginton, Tajani ha avuto incontri col segretario di Stato, Marco Rubio, il presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, Jim Risch, e il rappresentante per il commercio del presidente Trump, Jamieson Greer. Nel faccia a faccia con Rubio, il titolare della Farnesina ha sottolineato che le relazioni transatlantiche godono di ottima salute e «sono molto positive dal punto di vista politico». Roma e Washington, ha assicurato Tajani lavorano «per trovare un accordo sui dazi», precisando di avere ricevuto dal suo omologo americano «rassicurazioni sulla parte politica». «Una guerra dei dazi non conviene a nessuno», ha aggiunto. In giornata era previsto anche l’incontro con Jamieson Greer, il rappresentante del commercio Usa che sentirà anche la delegazione Ue, per discutere della questione dazi.
Berlino e Parigi: «Niente ricatti, ma pronti a reagire»
La Germania e Francia, nel frattempo, alzano il tono del confronto, pur lasciando la porta aperta ai negoziati. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in conferenza stampa con il bavarese Markus Soeder, ha detto chiaramente: «Non sovrastimate la nostra disponibilità. Avremmo potuto rispondere già l’altro ieri con delle contromisure, ma sarà pronta in futuro a ricorrervi se non vi sarà un accordo. Noi siamo pronti a reagire ma speriamo in una soluzione negoziata veloce. Durissimo il commento del ministro francese per gli Affari europei e Esteri, Jean-Noël Barrot: «La minaccia degli Stati Uniti di applicare dazi doganali del 30% all’Unione Europea è un metodo scorretto che sembra un ricatto e non è all’altezza delle relazioni tra gli Usa e l’Ue». «Dazi del 30% colpirebbero prima di tutto la classe media americana. L’economia Usa ha un bisogno vitale di quella europea», ha ricordato Barrot, citando i 3.000 miliardi di euro che l’eurozona investe nell’economia e nel debito pubblico statunitense. E ha aggiunto: «Dal 2023 l’Ue ha strumenti molto forti contro la coercizione commerciale. Dobbiamo trovare un accordo: l’Unione Europea è il primo partner commerciale degli Stati Uniti ma non ha intenzione di diventare un vassallo degli Usa».