Ex Ilva, Urso: «Siamo sulla strada giusta, la conferenza dei servizi dovrà rilasciare comunque un’autorizzazione integrata ambientale (Aia)»


«C’è l’impegno di tutti e credo sarà mantenuto da tutti gli attori istituzionali». Risponde così il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, alla domanda se si troverà l’accordo interistituzionale per salvare l’ex Ilva di Taranto al prossimo incontro, fissato per il 31 luglio. «Siamo sulla strada giusta», ha dichiarato. Un passo importante in questo percorso è stato la sottoscrizione del verbale da parte di tutti i partecipanti al tavolo negoziale, che per il ministro testimonia «il clima collaborativo e costruttivo che siamo riusciti a instaurare». Nell’ambito delle discussioni, il governo ha anche accolto la richiesta del sindaco di Taranto di sottoporre il piano di piena decarbonizzazione del sito siderurgico alle valutazioni del consiglio comunale. L’obiettivo è realizzare nella città pugliese «il più significativo e avanzato stabilimento siderurgico green d’Europa», ha spiegato il ministro.
«La conferenza di servizi dovrà rilasciare un’autorizzazione integrata ambientale (Aia)»
Urso ha inoltre evidenziato come «la conferenza di servizi dovrà comunque rilasciare un’autorizzazione integrata ambientale (Aia). Si tratta di un passaggio fondamentale anche dal punto di vista sanitario, necessario per rispondere alle esigenze poste dal tribunale di Milano «e per garantire la continuità produttiva dell’impianto durante la transizione verso la decarbonizzazione». Il rilascio dell’Aia «ci consente di proseguire nel negoziato – ha proseguito Urso -, perché tutti gli attori industriali che hanno presentato un’offerta e altri che potrebbero aggiungersi hanno chiesto come fattore preliminare abilitante che lo stabilimento abbia l’esercizio a produrre».
Il Parlamento approvi un documento condiviso
Per rafforzare l’impegno istituzionale, Urso ha inoltre sottolineato la necessità che il Parlamento approvi un documento condiviso che impegni i governi a proseguire nel processo di decarbonizzazione del sito siderurgico, tutelando i livelli occupazionali. «Mi auguro che sia largamente condiviso», ha dichiarato. Infine, il ministro ha ricordato come in tutte le vertenze seguite dal dicastero negli ultimi tre anni, «si sia sempre trovata una soluzione per mantenere gli stabilimenti in produzione e, nei casi di riduzione del personale, si sia proceduto solo con uscite volontarie e incentivate, mai con licenziamenti collettivi».
Cosa prevede l’accordo
Otto milioni di tonnellate di acciaio green da produrre in Italia ogni anno, delle quali sei a Taranto. È questo l’obiettivo del governo indicato nel piano di decarbonizzazione presentato ai sindacati nell’incontro di ieri – lunedì 14 luglio – al ministero delle Imprese alla vigilia dell’incontro con gli enti locali sull’accordo interistituzionale necessario alla nuova autorizzazione integrata ambientale e sanitaria Aia. Il piano prevede tre forni elettrici nell’acciaieria pugliese e uno a Genova più quattro impianti per la produzione del preridotto che è necessario ad alimentare i nuovi forni, da realizzare a Taranto (se accetterà di ospitare una nave rigassificatrice) o in un altro territorio del Mezzogiorno, forse Gioia Tauro. Sarà comunque necessaria una nuova gara per trovare un acquirente. Il bando attuale, giunto alla trattativa in esclusiva con gli azeri di Baku Steel, andrà aggiornato alle nuove condizioni del piano che impongono tempi più rapidi per la decarbonizzazione, tagliati da dodici a sette o otto anni.