Il grosso guaio di Donald Trump con i file di Epstein: così una teoria del complotto sta facendo infuriare i suoi elettori


È una piccola storia ma simboleggia il curioso rapporto tra i leader populisti e la loro base. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto ieri che tutti i file «credibili» dell’indagine su Jeffrey Epstein dovrebbero essere rilasciati. È stato costretto a dirlo perché la storia del miliardario pedofilo si sta ritorcendo pesantemente contro di lui. Per anni una leggenda metropolitana ha attribuito a Epstein la capacità di ricattare i potenti presenti ai suoi “festini”. E la morte in carcere è sempre stata considerata un assassinio mascherato. In quegli stessi anni Trump ha soffiato sul fuoco delle rivelazioni. Poi, quando la sua fedelissima Pam Biondi è arrivata al vertice del Dipartimento Giustizia, ha dovuto ammettere che non c’è nessun complotto. E la base Maga si è rivoltata contro di lui.
I file di Epstein
Durante la campagna elettorale Trump ha affermato che avrebbe reso pubblici i file di Epstein. Il movimento “Make America Great Again” (Maga) del presidente sostiene da tempo come un articolo di fede il fatto che le élite del “Deep State” stiano proteggendo i più potenti collaboratori di Epstein nel Partito Democratico e a Hollywood. Trump ha dovuto affrontare una crescente indignazione da quando la sua amministrazione ha di fatto messo a tacere le teorie cospirazioniste legate a Epstein, che sono diventate ossessioni del Maga. Il Dipartimento di Giustizia e l’FBI hanno dichiarato, in un promemoria reso pubblico all’inizio di questo mese, che non ci sono prove che il finanziere caduto in disgrazia tenesse una lista clienti o che stesse ricattando personaggi potenti. Hanno inoltre respinto l’affermazione secondo cui Epstein sarebbe stato assassinato in carcere. Confermando la sua morte per suicidio.
La guerra del Maga
Da quel momento è scoppiata la guerra del Maga a Trump. E a Biondi. Contro la quale si è schierato anche il numero due dell’Fbi Dan Bongino. Senza escludere, secondo indiscrezioni, sue possibili dimissioni. Un’uscita di Bongino, voce e volto noto all’interno del movimento, rischia di causare uno scossone difficile da gestire per la Casa Bianca. Naturalmente anche lo speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, ha chiesto alla ministra della Giustizia di spiegare le sue precedenti dichiarazioni sul caso dell’ex finanziere morto in carcere. «Sono per la trasparenza. È un argomento delicato ma ritengo che tutte» le carte dovrebbero essere pubblicate in modo che sia la «gente a decidere», ha detto Johnson rompendo con la posizione di Trump.
I file credibili
Per questo Trump ha chiesto di pubblicare i file «credibili». Sottintendendo che ce ne siano in circolazione anche di non credibili. Oppure contraffatti. La pubblicazione del fascicolo di Epstein finora ha solamente confermato che anche Trump lo frequentava. E che spesso lui e la sua famiglia hanno accettato favori dal miliardario. Mentre sono circolate molte voci riguardo registrazioni e audio e video che imbarazzerebbero il presidente. E che sarebbero stati fatti sparire per questo. Anche questa è una teoria del complotto. Che però viene alimentata dal comportamento del presidente. Il quale ha cavalcato elettoralmente l’argomento e poi l’ha mollato quando ha capito che dentro non c’era nulla. Suscitando lo sconcerto dei suoi sostenitori.
L’ossessione Epstein
Trump ha ribadito la sua affermazione secondo cui i file su Epstein erano stati «inventati» dai suoi predecessori democratici alla Casa Bianca, nonostante durante la campagna elettorale avesse affermato più volte che “probabilmente” li avrebbe resi pubblici. «Ha gestito la situazione molto bene, e la decisione spetta a lei», ha detto Trump parlando di Biondi. «Qualunque cosa ritenga credibile, dovrebbe pubblicarla». Ma il presidente ha anche espresso frustrazione nello Studio Ovale e online per l’ossessione dei suoi sostenitori su Epstein e averli implorati di voltare pagina. Ma i tentativi sono in gran parte falliti, con influencer di estrema destra che continuano a criticarlo online. Anche sua nuora, Lara Trump, conduttrice di Fox News, ha chiesto «maggiore trasparenza» da parte dell’amministrazione.
Le critiche
Persino il conservatore Tucker Carlson, ex conduttore di Fox News, ha accusato il Dipartimento di Giustizia di voler soffocare la verità e insultare il pubblico. Sabato, sulla sua piattaforma Truth Social, Trump aveva già esortato i suoi sostenitori a non «perdere tempo ed energie con Jeffrey Epstein, di cui non importa a nessuno». In un evento raro per il social network la stragrande maggioranza dei commenti sotto il post ha criticato queste affermazioni. Pam Biondi ha fatto sapere che resterà al suo posto «finché vuole il presidente». Ma tutto il mondo Maga chiede le sue dimissioni. Sperando che basti una sola testa per chi si sente preso in giro dal suo idolo.