Regionali, oggi il vertice del centrodestra (col nodo Veneto), centrosinistra verso l’intesa – Video
A tavola non si invecchia. Il proverbio italiano che le nonne ripetono tra un piatto fumante e un brindisi, quasi fosse una formula magica contro il tempo, oggi, 16 luglio, torna a risuonare nei palazzi della politica. Forse per questo – o forse per un pizzico di scaramanzia – i leader di maggioranza hanno deciso di affrontare il boccone più indigesto dell’estate con le gambe sotto lo stesso tavolo, all’ora di pranzo: le elezioni regionali. Un tema che negli ultimi mesi ha diviso tutti: destra e sinistra, anche al loro interno. La partita più delicata, su cui Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi dovranno trovare una sintesi nel vertice di oggi è il Veneto. Una questione che ha già acceso scontri e screzi all’interno della coalizione, esplosi con forza proprio la scorsa settimana, tra Forza italia, la Lega e lo stesso Luca Zaia, il governatore uscente. Ma se il centrodestra ha diverse partite di cui occuparsi, non è che il centrosinistra se la passi meglio.
Il Veneto
Nelle ultime settimane, nella patria del Prosecco, la tensione politica ha raggiunto livelli altissimi. Luca Zaia, che dopo quindici anni di governo non potrà ricandidarsi per un altro mandato, ha deciso di cambiare strategia. Per spingere i tre leader di maggioranza a chiudere il dossier regionali – dopo continui rinvii del vertice – ha ventilato l’ipotesi di dar vita a una propria lista civica, autonoma, «capace di raccogliere il 40-45% dei consensi», intercettando anche voti fuori dal perimetro del centrodestra. Un’uscita che non è stata accolta con favore da Forza Italia. Antonio Tajani ha subito rilanciato con forza la candidatura di Flavio Tosi. La verità è che il Veneto lo vorrebbe Giorgia Meloni, pronta a schierare in campo il senatore Luca De Carlo. E Salvini sarebbe disposto a cedere la regione alla premier, ma in cambio della Lombardia, guardando già alle elezioni del 2028. Da qui nascono le complicazioni e gli attriti emersi negli ultimi mesi tra Zaia e Salvini. Perché il secondo non sembra più intenzionato a blindare la Regione Veneto e a tenerla saldamente in quota Lega. E Zaia, questa mossa, non l’ha presa affatto bene.
Campania
Poi, verrà definita la partita in Campania. Qui una cosa è certa: Fratelli d’Italia, e quindi Giorgia Meloni, rivendicano la possibilità di esprimere un proprio candidato. Anche perché – lo ammettono con una certa sincerità perfino dentro Forza Italia – gli azzurri sono già ampiamente rappresentati nelle regioni. Il nome più probabile, al momento, è quello di Edmondo Cirielli, viceministro agli Esteri nel governo Meloni. Un candidato pienamente politico. Ma continua a circolare anche il nome del ministro Matteo Piantedosi, anche se lui stesso ha smentito più volte di voler scendere in campo. Oggi si accenderà uno di questi nomi.
Puglia
Tra una portata e l’altra i leader parleranno anche di Puglia, una delle Regioni finora meno al centro del dibattito. Forse perché, quasi sottotraccia, sembra ormai assodato che sarà Forza Italia a indicare il candidato. Di nomi, in realtà, ne sono circolati pochi. Ma uno continua a rimbalzare da mesi: quello di Mauro D’Attis, deputato azzurro, vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia e commissario regionale del partito.
Toscana
E infine, la Toscana. Nei mesi scorsi, all’interno del centrodestra, si sono registrati confronti intensi sulle candidature. Ogni partito ha provato a mettere in campo il proprio uomo o la propria donna di riferimento. In alcuni casi, sia la Lega che Forza Italia sono arrivate a proporre due nomi distinti, rendendo il quadro ancora più frammentato. Ora, però, il nome su cui sembra convergere l’attenzione è quello di Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, anche lui sotto il segno di Fratelli d’Italia.
Marche
Nessuna chiacchiera, oggi tra i leader, sulle Marche: qui la situazione è definita da tempo. Il governatore uscente è Francesco Acquaroli, uno dei primi presidenti eletti sotto il segno di Fratelli d’Italia, il 30 settembre 2020. Una soddisfazione personale per la presidente Meloni, che in quell’elezione vide la prova concreta che FdI stava iniziando a radicarsi anche nei territori, oltre che a livello nazionale. E, come accade quasi sempre con i presidenti al primo mandato, la strada più probabile è quella della riconferma: Acquaroli, infatti, corre per il bis. Una candidatura già confermata.
E il centosinistra?
Alcune candidature iniziano ad accendersi. In Veneto, ad esempio, il nome su cui si è trovata un’intesa è quello di Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso, capace di mettere d’accordo l’intero fronte progressista. Stesso discorso nelle Marche, dove scenderà in campo l’eurodeputato del Pd, Matteo Ricci, figura chiave dell’area riformista del partito E poi c’è la Puglia. La regione, dopo due mandati firmati Michele Emiliano, si prepara a voltare pagina. Il nome che circola con più insistenza è quello di Antonio Decaro, ex sindaco di Bari ed eurodeputato. La sua candidatura non è ancora stata ufficializzata, ma sembra ormai solo questione di tempo.
Toscana e Campania
In Toscana, invece, tutto ruota attorno a Eugenio Giani, presidente uscente al primo mandato. Dopo un momento di tensione interna e una sua auto-candidatura non concordata, è stata Elly Schlein in persona a “rimetterlo in riga” l’altro ieri in un incontro concordato di quattro ore al Nazareno. E oggi, anche se manca ancora l’annuncio formale, sembra proprio che sarà lui il candidato dem per il bis. Ma la conferma arriverà solo una volta sbloccata la partita in Campania. Perché anche lì, come in Veneto, si chiude un ciclo: Vincenzo De Luca è al termine del suo secondo mandato, e avrebbe voluto avere voce in capitolo nella scelta del successore. Il Pd sembra orientato a cedere la regione al Movimento 5 Stelle che vuole schierare Roberto Fico, per ragioni di equilibrio interni al campo largo.