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La serata di karaoke, l’incontro con un uomo misterioso e la borsa sparita: cosa sappiamo della morte di Erika Ferini Strambi

18 Luglio 2025 - 14:32 Alba Romano
erika ferini strambi cosa sappiamo
erika ferini strambi cosa sappiamo
Il corpo della 53enne è stato ritrovato in un campo a circa 200 metri dalla sua auto, abbandonata in un fossato alle porte di Milano. L’assenza di segni evidenti di violenza ma anche di oggetti personali, e il contesto isolato alimentano i sospetti degli inquirenti, che non escludono l’ipotesi di un incontro finito in tragedia

Il ritrovamento del corpo senza vita di Erika Ferini Strambi, 53 anni, nelle campagne tra Pantigliate e Peschiera Borromeo, ha aperto un’indagine complessa e carica di interrogativi. La donna, residente a Milano in zona piazzale Cuoco e dipendente da anni nel settore risorse umane di Luxottica, è scomparsa la notte del 5 luglio. Da quel momento, per quasi due settimane, non si è saputo più nulla di lei. A far emergere il caso è stata una segnalazione di un agricoltore. L’uomo, al lavoro con una mietitrebbia, ha notato la Mini Cooper nera della donna in parte immersa in un fossato, in una zona di campagna poco distante da una pensione per animali. A circa 200 metri dal mezzo, mercoledì 16 luglio è stato ritrovato anche il copro della donna, ma sono ancora molti gli interrogativi da chiarire.

Il corpo lontano dall’auto

Il primo dettaglio sospetto riguarda la distanza tra la vettura e il luogo dove è stato ritrovato il corpo: circa 200 metri. Erika giaceva supina, nascosta dalla vegetazione, affiancata dalle stampelle che usava abitualmente per via di una disabilità congenita. L’area dove è stata trovata, isolata e appartata, ha fatto pensare agli investigatori a un possibile incontro privato avvenuto proprio lì, forse con una persona conosciuta. Per di più, la sua auto era chiusa ma non bloccata, con le chiavi ancora inserite nel cruscotto. Apparentemente poteva sembrare un incidente, ma diversi elementi non tornano.

Le ultime ore di Erika Ferini Strambi

L’ultima sera in cui Erika è stata vista viva risale al 5 luglio, quando ha partecipato a una serata di karaoke in un locale di Segrate, un’attività che amava particolarmente. Intorno all’una di notte avrebbe lasciato il locale da sola, declinando l’offerta di un passaggio da parte di un conoscente. Le telecamere hanno successivamente registrato la sua Mini in movimento nella zona di Peschiera Borromeo, in un tragitto che non coincide con la strada per tornare a casa.

Il cellulare che tace, la borsa scomparsa

Dopo quella notte, il cellulare di Erika ha continuato ad agganciare la stessa cella per ore, sempre nella zona del ritrovamento. Poi, alle 7 del mattino del 7 luglio, il segnale si è spento definitivamente. Non è chiaro se si sia scaricato o sia stato spento di proposito. Il padre aveva formalizzato la denuncia di scomparsa proprio quel giorno. Al momento, borsa e telefono non sono stati ritrovati, e le ricerche nei campi circostanti proseguono. I carabinieri non escludono che gli oggetti possano essere nascosti nella vegetazione fitta, tra campi di mais e sterpaglie.

Le ipotesi aperte, forse l’incontro con un uomo

Secondo i primi rilievi medico-legali, non ci sarebbero segni evidenti di violenza, ma lo stato avanzato di decomposizione rende necessario attendere i risultati dell’autopsia per avere risposte più precise. Non si esclude che l’auto sia stata deliberatamente posizionata nel fosso, magari per simulare un incidente. All’interno del veicolo saranno analizzate impronte e tracce biologiche per verificare l’eventuale presenza di una seconda persona. Al momento, l’ipotesi della rapina non sembra essere supportata da elementi concreti. Gli inquirenti stanno ricostruendo le relazioni personali della donna, analizzando i tabulati telefonici e i dati di geolocalizzazione del suo smartphone. Non risultano chiamate tradizionali, ma solo traffico dati, compatibile con l’uso di app o navigazione web. Per di più, la stessa posizione del corpo, supino, e il piccolo spiazzo nel boschetto in cui è stato rinvenuto, lasciano pensare agli inquirenti a una sorta di «alcova», che indicherebbe l’incontro con un uomo misterioso.

La zona di spaccio e la prossima l’autopsia

Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo si trova in un’area di campagna isolata, a cavallo tra Milano e il Parco della Muzza, spesso segnalata negli ultimi anni come punto di incontro per attività legate allo spaccio. Tuttavia, al momento, non ci sono elementi che colleghino direttamente Erika a questi ambienti. Resta il mistero su come sia finita lì e su cosa le sia accaduto nelle ore successive all’ultima apparizione in pubblico. Le prossime tappe dell’indagine saranno decisive. L’esame autoptico potrà chiarire se Erika sia morta per cause naturali, per un malore, o se ci sia stato un coinvolgimento esterno. Intanto, carabinieri e procura proseguono con cautela, senza escludere nessuna pista, compresa quella dell’omicidio.

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