Alligator Alcatraz, parla Gaetano Mirabella Costa, l’italiano detenuto nel centro USA per migranti: «In 32 per ogni gabbia, fateci uscire dall’incubo»


«Siamo in gabbia come in un pollaio. Fateci uscire da questo incubo». Queste le parole al Tg2 di Gaetano Mirabella Costa, uno dei due italiani detenuti nel centro per migranti di Alligator Alcatraz. «Siamo in 32 per ogni gabbia, tre bagni all’aperto, vedono tutti quello che fai – racconta l’uomo, siciliano di 45 anni che vive in Florida da 10 anni – non so che reato ho commesso, non ho parlato con un avvocato né con un giudice». L’uomo lancia un appello per «uscire – dice – da questo incubo». La madre del quarantacinquenne racconta al Tg2 che «è stato portato con le catene alle mani e ai piedi come un cane».
Cosa è Alligator Alcatraz
Alligator Alcatraz è un penitenziario nelle Florida Everglades. La zona è una palude piena di coccodrilli e un habitat pieno di pericoli, che fungono da barriera naturale in caso di evasione. La struttura è stata costruita in tempi record ed è capace di ospitare fino a 3mila persone. Il suo nome è stato coniato dal ministro della Giustizia James William Uthmeier, formato sia dal nome della prigione invalicabile di Alcatraz che dall’animale simbolo della zona: l’alligatore. La prigione sorge in un ex aeroporto militare dismesso, a 58 chilometri da Miami, riconvertito in appena otto giorni per contenere i migranti irregolari. A cielo aperto, tra tende, container, filo spinato e caldo torrido. Condizioni, per il clima e la detenzione, disumane.
Chi sono gli italiani detenuti nella prigione in Florida
Attualmente sono due gli italiani detenuti all’interno. Sono Gaetano Cateno Mirabella Costa e Fernando Eduardo Artese. Mirabella, 45 anni, originario di Taormina, ha vissuto negli Stati Uniti fino al suo arresto, avvenuto il 3 gennaio 2025 a Marion. Le accuse contro di lui variano dal possesso illegale di farmaci, aggressione e un episodio di violenza contro un over 65. Condannato, ha scontato sei mesi di carcere nelle strutture della contea. Poi il 7 maggio è finito nelle mani dell’agenzia per l’immigrazione (ICE) per la procedura di espulsione. Dal 9 luglio si trova ad Alligator Alcatraz. Fernando Eduardo Artese, 63 anni, è originario invece di Buenos Aires, ha sia la cittadinanza argentina che quella italiana. Residente da 10 anni negli Usa con moglie e figlia, ha vissuto negli States tramite il programma “Visa Waiver”. Il 25 giugno è stato fermato ad un controllo e gli è stato contestato un mandato d’arresto per mancata udienza per guida senza patente. Il suo caso finisce sotto il controllo dell’ICE dal primo luglio e in pochi giorni è finito ad Alligator Alcatraz. Non ha precedenti penali e si trova lì per via di ritardi burocratici e gestione documentale del suo status.
Cosa sta facendo la Farnesina
Per entrambi i detenuti è previsto il rimpatrio, ma non c’è per ora una data certa. La Farnesina sta seguendo la situazione. «Il Consolato Generale d’Italia a Miami e l’Ambasciata d’Italia a Washington stanno seguendo la vicenda con la massima attenzione, mantenendosi in costante contatto con i famigliari dei connazionali e continuando a interessare le Autorità dell’Immigration and Customs Enforcement per reperire informazioni aggiornate sullo stato di salute dei connazionali e sulle tempistiche previste per il loro rimpatrio», spiega in una nota.
(in copertina persone osservano un alligatore americano che galleggia in un canale accanto all’Everglades Visitor Center, vicino all’ingresso del nuovo centro di detenzione Alligator Alcatraz a Ochopee, Florida, USA, 14 luglio 2025. Alligator Alcatraz è un centro di detenzione per immigrati nelle Everglades, nella Florida meridionale, circondato dalla fauna selvatica delle Everglades, come alligatori, pantere della Florida e pitoni, e dai serpenti come deterrente naturale)