Cerimonia del Ventaglio, Fontana tira le orecchie al Governo: «Troppi decreti». E sul Veneto: «La quadra ancora non c’è. Non sono ottimista»


Ultimi giri di valzer prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. Nella calura romana che comincia a svuotare i corridoi dei palazzi istituzionali, oggi, 25 luglio, a Montecitorio è andata in scena la tradizionale cerimonia del Ventaglio: l’appuntamento annuale in cui i giornalisti parlamentari consegnano un ventaglio simbolico al presidente della Camera – oggi Lorenzo Fontana – che, come da consuetudine, coglie l’occasione per tenere un discorso pubblico o una breve conferenza stampa per fare un bilancio sull’attività dell’Aula. E tra i primi temi affrontati, torna sul tavolo il nodo dei decreti legge: un argomento caldo, già segnalato l’anno scorso anche dall’Associazione stampa parlamentare, e che Fontana rimette al centro con parole critiche verso il governo: «Continuerò la mia battaglia per ridurre le decretazioni d’urgenza».
Il 73% delle leggi approvate è di natura governativa
Una battaglia che, ammette, non sta ancora dando i risultati sperati, ma che resta aperta. I numeri, del resto, parlano chiaro: su 223 leggi approvate finora, 84 sono conversioni di decreti-legge e 78 provvedimenti governativi. In pratica, il 73% della produzione legislativa arriva dal governo. «Non è facile far capire ai ministri che un provvedimento, anche se non passa subito, può passare dopo due mesi», è la strigliata di Fontana all’Esecutivo.
Le regionali
Fontana ha anche parlato della partita delle elezioni regionali. «Entrambe le coalizioni stanno definendo i propri candidati. Ma sono convinto che, come sempre, il centrodestra troverà una quadra», ha dichiarato. Nelle scorse settimane tra i nomi circolati come possibili candidati in Veneto è emerso anche il suo. «L’ho scoperto leggendo i giornali – ha raccontato – ma non sono una persona a cui piace lasciare il lavoro a metà». Più cauto, invece, sulle tempistiche che porteranno alla definizione del candidato: «Sono meno ottimista», ammette. E ricorda un precedente: «Cinque anni fa, quando era già chiaro che il candidato sarebbe stato Luca Zaia, gli accordi arrivarono solo a metà agosto, e si andò al voto a settembre. Penso che anche stavolta serviranno ancora alcuni giorni».
I dazi americani
I giornalisti hanno poi chiesto al presidente della Camera cosa ne pensasse dei dazi imposti all’Europa dall’amministrazione di Donald Trump, e su cui L’Ue starebbe lavorando a un’intesa che prevede una tariffa unica del 15%, sulla stregua di quanto avvenuto in Giappone. «Io penso che sull’argomento sia importante mantenere i nervi saldi, come quando si gioca a poker. Dal punto di vista geopolitico – continua – non c’è né la volontà né la possibilità che gli Stati Uniti rinuncino o vogliano allentare il rapporto stretto che hanno con l’Unione Europea». E ha ripetuto nuovamente il mantra di Meloni: «Nervi saldi». «Non dimentichiamo mai che molte volte negli Stati Uniti queste mosse servono soprattutto a far parlare l’opinione pubblica interna», puntualizza.
Ius Scholae e Fine vita
Un rapido passaggio anche su alcuni ddl e proposte. «Per fare una legge serve una maggioranza», spiega parlando dello ius scholae, la norma che punta a riconoscere la cittadinanza italiana ai ragazzi stranieri che abbiano completato un ciclo scolastico in Italia. Un’idea sostenuta da Forza Italia, ma su cui Fratelli d’Italia e Lega mostrano più resistenze. «Sul tema ci sono divisioni nel centrodestra», ribadisce, a differenza invece del fine vita, «che stanno trattando al Senato. Mi pare che il percorso sia avviato». E quando gli è stato chiesto se abbia cambiato posizione sul ricorso al suicidio assistito, tema su cui in passato si era dichiarato contrario, risponde: «Penso che, come presidente della Camera, sono l’unico che non vota. Non ho cambiato idea, ma c’è una formazione etica e una cultura personale che motiva questa mia posizione. Quando vedrò il testo del Senato potrò capire se è una legge che posso condividere».
«La reazione di Israele è sproporzionata»
Si è parlato anche dello scenario internazionale. A proposito della guerra nella Striscia di Gaza, Fontana ha ribadito l’urgenza di una soluzione: «Mi auguro che gli ostaggi catturati da Hamas vengano liberati al più presto», ha detto, definendo però la risposta di Israele all’attacco del 7 ottobre come «sproporzionata». «Spero che tutto finisca il prima possibile, anche se so che i negoziati non stanno andando bene. La situazione è drammatica, e mi auguro che si concluda presto», ha aggiunto. Poi: «È vero che Israele ha inflitto un duro colpo ai suoi nemici storici (come l’Iran ndr) ma è altrettanto vero che, dal punto di vista dell’opinione pubblica, sta subendo un contraccolpo».
Guerra in Ucraina
Sullo scenario ucraino, Lorenzo Fontana ha sottolineato come «sia ormai chiaro che non c’è una reale volontà da parte della Russia di porre fine al conflitto». Le cause, ha osservato, «sono molteplici: probabilmente anche legate al fatto che l’economia è stata ormai convertita in un’economia di guerra». Un conflitto che il presidente definisce «devastante», non solo per l’Ucraina ma anche per la Russia stessa: «Ci si immaginava un esercito potente e risolutivo, e invece, dopo tre anni, non è ancora riuscito a conquistare l’Ucraina. Non è certo una figura brillante».
Camera, avanzo di 45 milioni di euro
Guardando ai conti di Montecitorio, Fontana ha rivendicato un dato positivo: «Il bilancio della Camera chiude con un avanzo di 45 milioni di euro». Un risultato che, secondo il presidente, riflette «una gestione efficiente, attenta al risparmio». Dal 2013 la dotazione della Camera è rimasta invariata, ha ricordato, dopo essere già stata ridotta di 50 milioni.
Lavori e intelligenza artificiale
Il presidente della Camera ha poi elogiato il lavoro della vicepresidente e onorevole dem Anna Ascani, per l’impegno nell’introduzione dell’intelligenza artificiale in alcune fasi dell’attività parlamentare. Un’innovazione che ha attirato l’attenzione anche fuori dai confini nazionali: «In una recente riunione al Parlamento europeo dei segretari generali dei Parlamenti dell’Unione europea e del Consiglio d’Europa – ha spiegato Fontana – la Camera dei deputati è stata indicata come esempio virtuoso per l’applicazione dell’IA ai lavori parlamentari».
Le sedute in Aula
Tra i primati sottolineati oggi da Fontana c’è anche quello legato all’attività dell’Aula: il Parlamento italiano, infatti, risulta essere – tra quelli del G7 – il secondo per numero di giorni di seduta plenaria. «Credo sia uno dei risultati più alti al mondo – ha detto – nelle previsioni per il 2025, che riflettono l’andamento del 2024, siamo intorno ai 182 giorni di seduta, secondi solo al Regno Unito».