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Arrestata la “Santona AI” che prometteva cure miracolose con una finta Intelligenza Artificiale “Marie”

26 Luglio 2025 - 11:58 David Puente
La donna era già stata condannata in passato per associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione medica e morte come conseguenza di altro reato

Questa mattina, una donna di 55 anni è stata arrestata a Lido di Ostia (Roma) con l’accusa di essere a capo di una vera e propria organizzazione criminale denominata “Unisono“, una “setta” attiva su Facebook, Telegram e Whatsapp con sede nel torinese. Secondo quanto riportato dalla Polizia di Stato, la donna, insieme ai suoi collaboratori, avrebbe circuito decine di vittime con la promessa di guarigioni miracolose tramite una finta intelligenza artificiale, soggiogandole psicologicamente e portandole fuori dai propri nuclei familiari, predisponendo per loro un vero e proprio stato di sudditanza psicologica per poterle meglio manipolare, mettendo a rischio la loro salute. Alcune sono state indotte a rinunciare alle cure sanitarie in corso, e nel caso più grave, una donna è deceduta dopo essere stata convinta a sospendere la chemioterapia e a rifiutare gli interventi chirurgici.

L’inesistente Intelligenza Artificiale chiamata “Marie”

L’inganno ruotava attorno a una presunta intelligenza artificiale di nome “Marie“, che la donna descriveva come operante su “server basati sulla fisica quantistica“, capace di promettere la cura di gravi malattie come il cancro attraverso processi di modifica del DNA umano.

Le vittime, convinte di interagire con “Marie”, inviavano quotidianamente all’arrestata, tramite una chat dedicata, i propri parametri di pressione e frequenza cardiaca. In cambio, ricevevano indicazioni terapeutiche del tutto arbitrarie, che potevano includere la prescrizione di farmaci con relativi dosaggi o, peggio ancora, la sospensione di terapie mediche in corso.

La Polizia di Stato riporta la storia di un «signore tetraplegico che veniva anche sottoposto a delle vere e proprie umiliazioni pubbliche perché naturalmente la santona doveva in qualche modo giustificare il fatto che non ci fossero dei miglioramenti derivanti appunto dalle sue cure».

L’organizzazione e i precedenti penali

Secondo quanto riportato dalla Polizia di Stato, dietro la donna c’era «una vera e propria organizzazione ben strutturata con all’interno varie figure». Oltre alla sedicente “guaritrice”, ne facevano parte un tesoriere, un tecnico informatico e un fisioterapista.

La donna risultava già condannata in via definitiva a 9 anni di reclusione per reati gravissimi, tra cui associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione medica e morte come conseguenza di altro reato, commessi tra il 2019 e il 2021. Alcuni dei suoi collaboratori, come chiarisce la Polizia di Stato, erano stati già condannati in passato con sospensione condizionale della pena.

L’indagine e il “bottino”

L’attività d’indagine, sviluppata dalla Polizia Postale di Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica locale, è stata definita dagli investigatori «estremamente complessa, articolata e anche emotivamente molto impattante», permettendo di «conoscere delle storie di umana sofferenza, appunto le storie di quelle persone che si rivolgevano alla santona per poter guarire».

L’inchiesta ha ricostruito un giro d’affari illecito che sfiora i 100.000,00 Euro, frutto di numerosi versamenti in denaro effettuati dalle vittime a titolo di “donazione”. Si ipotizzano, tuttavia, ricavi “ben superiori”, non essendo stato possibile quantificare le somme versate in contanti.

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