Ultime notizie Delitto di GarlascoDonald TrumpGazaSicurezza sul lavoroUcraina
ECONOMIA & LAVOROAgenzia delle entrateCorte di CassazioneEvasione fiscale

Evasione fiscale, ora l’Agenzia delle Entrate può controllare anche i conti di familiari, conviventi o soci. Quando e perché scattano le verifiche

26 Luglio 2025 - 19:50 Ugo Milano
A stabilirlo è la Corte di Cassazione, con un’ordinanza che rafforza gli strumenti dell’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione fiscale

Conti bancari, investimenti e movimenti di denaro intestati a familiari, conviventi o soci potranno essere controllati dal Fisco se ci sono indizi concreti che facciano sospettare un uso fittizio di questi nomi per nascondere redditi o beni. A stabilirlo è la Corte di Cassazione, con un’ordinanza (n. 13761 del 2025) che rafforza così gli strumenti dell’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione fiscale. Finora le verifiche fiscali si concentravano quasi esclusivamente sulla persona ufficialmente intestataria di conti o patrimoni. Ora, invece, il controllo può estendersi anche a chi è vicino al contribuente, come coniugi, figli, conviventi o soci in affari, se ci sono elementi concreti che fanno pensare a un’intestazione di comodo, cioè fatta apposta per evitare controlli.

Le basi legali della decisione

Questa svolta si basa sull’articolo 32 del D.P.R. 600/1973, il quale prevede che ogni movimento bancario è considerato fiscalmente rilevante, a meno che non venga dimostrato il contrario dal contribuente. In pratica, sta a chi è sotto controllo dimostrare che quei soldi non sono redditi nascosti o che sono già stati dichiarati. Un aiuto fondamentale per l’Agenzia delle Entrate arriva dall’Anagrafe dei rapporti finanziari, la grande banca dati che raccoglie tutte le informazioni su conti correnti, carte, investimenti e altri strumenti finanziari. Grazie a questo sistema, il Fisco può incrociare i dati e individuare facilmente eventuali incongruenze con le dichiarazioni fiscali.

Quando possono essere controllati anche i parenti?

La Cassazione ora è chiara: non basta essere parenti o conviventi per finire nei controlli, ma servono indizi precisi, come ad esempio: redditi elevati o movimenti di denaro non giustificabili da parte dei familiari, attività economiche in famiglia compatibili con guadagni sospetti, errori o omissioni gravi nella dichiarazione dei redditi del contribuente sotto indagine e convivenza o stretti legami familiari con chi è nel mirino del Fisco. In sostanza, la Cassazione sta dicendo ai contribuenti: fate attenzione se condividete beni, conti o patrimoni con altri. Ogni movimento finanziario può essere analizzato alla luce delle vostre relazioni personali, soprattutto se c’è il sospetto che sia stato fatto per nascondere qualcosa al Fisco.

leggi anche