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Antonietta Raco: la donna che guarisce dalla sclerosi dopo il viaggio a Lourdes: «È il 72esimo miracolo»

26 Luglio 2025 - 06:45 Alessandro D’Amato
antonietta raco lourdes ok
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Si tratta del primo caso di guarigione da una malattia degenerativa

Antonietta Raco, 67 anni, lucana è il 72esimo miracolo della Madonna di Lourdes. Lo ha annunciato il santuario in una conferenza stampa. La dichiarazione del miracolo era stata certificata il 16 aprile dal vescovo della Diocesi di Tursi-Lagonegro, in Basilicata, monsignor Vincenzo Carmine Orofino. Raco sarebbe guarita dalla Sclerosi Laterale Primaria. «Si tratta del primo caso di guarigione da una malattia degenerativa del primo motoneurone», ha spiegato Sandro de Franciscis, presidente del Bureau des constatations médicales di Lourdes a Le Figaro.

Sclerosi laterale primaria

Vincenzo Silani, neurologo e neuroscienziato, fa parte della commissione che indaga sui miracoli di Lourdes. E oggi spiega al Messaggero: «Questa commissione è formata da 35 esperti di tutto il mondo e di tutte le specializzazioni. Le segnalazioni che riceviamo ogni anno sono centinaia, ma a buon fine vanno solo una piccola parte. L’analisi è severissima. Pensi che l’accertamento per il caso di Antonietta Raco è durato tredici anni. Con la moderna medicina i controlli sono ancora più rigorosi ed efficaci. La possibilità di confutare una guarigione non spiegabile oggi è enorme». Su Raco dice che è arrivata a Lourdes nel 2009 su una sedia a rotelle e con la diagnosi di sclerosi laterale primaria: «Si tratta di una malattia neurodegenerativa rarissima che però non ha, a oggi, un trattamento. Non si può guarire. Punto. Aveva problemi respiratori, di deglutizione».

La piscina di Lourdes

Secondo il racconto di Silani la donna «nella piscina di Lourdes sentì una voce che le disse “non avere paura”; quando tornò a casa, in Basilicata, la stessa voce, secondo quanto racconta la signora, le suggerì: “abbi il coraggio di dirlo”. Chiamò il marito, si alzò in piedi e cominciò a fare i lavori di casa». La causa della malattia, aggiunge, è ignota come per la maggior parte delle malattie neurodegenerative: «Ci sono delle forme genetiche, ma non è il caso della signora. Ciò che sappiamo per certo è che non si guarisce. Questo è lapidario. Il decorso è inesorabile. A questa signora, se l’avessi incontrata prima del suo viaggio a Lourdes, avrei detto: “purtroppo non camminerà più”. Sarebbe finita in un letto, con grosse problematiche respiratorie e di alimentazione. Fino al decesso».

Antonietta Raco

Lei spiega al Messaggero che la diagnosi risale al 2005: «Per me è sempre molto emozionante tornare a Lourdes da quando mi è successa questa cosa nel 2009. La prima volta sono tornata l’anno dopo, nel 2010 per aprire la pratica al Bureau. Da allora sono andata in pellegrinaggio almeno una volta all’anno e faccio la volontaria di Unitalsi». Poi racconta cosa le è successo: «Dopo avere fatto il bagno, con l’aiuto di altri volontari perché ero su una sedia a rotelle, ho capito che era successo qualcosa. Non pensavo fosse per me, ma per una bambina del mio paese, ero andata per lei a Lourdes. Non pensavo potesse capitare a me questa cosa. Quando sono entrata in acqua mi hanno aiutata in tre, fino ad accompagnarmi nella stanza della vasca, dove abbiamo recitato una preghiera. E lì ho sentito quella bellissima voce che mi ha detto “non avere paura”. Tremavo, capivo che mi era successo qualcosa di importante, ma tornai a casa muovendomi ancora sulla sedia a rotelle».

La guarigione

E conclude: «Forse non ha capito quello che le ho detto. Io in quell’esatto istante ero guarita. L’ho detto a mio marito, mi sono alzata, ho camminato, ho fatto due giravolte e da allora cammino. Adesso sto per iniziare la processione qui a Lourdes». Cosa si sente di dire ad altre persone che purtroppo sono malate e desiderano venire a Lourdes? «La malattia è una cosa dolorosa per tutti. Sono delle prove che dobbiamo affrontare in questa terra. Dobbiamo avere speranza, dobbiamo avere la forza per affrontarla in maniera cristiana. Non dobbiamo avere paura: sono le parole che io ho sentito nella vasca a Lourdes nel 2009. Non dobbiamo avere paura».

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