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West Nile, salgono a tre le vittime in Campania. È la settima in Italia. Stop alle donazioni di sangue in 31 province

29 Luglio 2025 - 16:57 Alba Romano
west nile campania lazio contagiati
west nile campania lazio contagiati
L'ultima vittima sarebbe un uomo di 86 anni, soffriva di diverse patologie pregresse. In Campania salgono a due i morti

Sono salite a tre le vittime per il virus West Nile in Campania. L’ultimo caso è quello di un sessantottenne di Trentola Ducenta, in provincia di Caserta. Si tratta del settimo in Italia da inizio anno: l’uomo, secondo quanto si è appreso, è deceduto ieri sera al presidio ospedaliero di Aversa (Caserta). Prima di lui un uomo di 74 anni è morto venerdì scorso all’Ospedale del Mare di Napoli. Nato a Pomigliano d’Arco, era stato trasferito d’urgenza in ospedale il 20 luglio scorso per un’emorragia digestiva. Due giorni dopo sono comparsi la febbre e uno stato confusionale, un quadro clinico aggravato da un’insufficienza renale. Il paziente è deceduto alle 4,20 di venerdì scorso. Ieri è stato registrato il primo decesso nella regione: un uomo di 80 anni originario di Maddaloni, ricoverato all’ospedale di Caserta. Nel frattempo anche in Lazio io morti sono saliti a tre. Qui l’ultimo caso riguarda un uomo di 86 anni, tra i primi contagiati nell’area di Latina e deceduto all’ospedale Santa Maria Goretti dopo diversi giorni passati in terapia intensiva. Secondo quanto riporta Ansa, era affetto da diverse patologie pregresse.

Il focolaio del casertano

Anche l’80enne morto ieri a Caserta era affetto da gravi patologie pregresse. Nello stesso ospedale è ricoverato, sempre per West Nile anche un altro anziano, sempre di Maddaloni. Nel Lazio, invece, è morto un uomo di 77 anni ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma. Affetto da patologie croniche, aveva subito un trapianto cardiaco. Probabilmente ha contratto la zanzara portatrice del virus nell’ultimo periodo a Baia Domizia, in provincia di Caserta, dove sono stati confermati nei giorni scorsi altri casi d’infezione.

Servono disinfestazioni sistematiche

Il virus West Nile «è responsabile di una malattia dalla sintomatologia lieve, salvo nelle persone molto anziane, defedate, immunodepresse e che hanno altri problemi. È questo il caso, molto probabilmente, delle persone che sono defunte. Ma quando ci sono i morti bisogna fare senza allarmismi una riflessione: c’è bisogno di serietà e responsabilità da parte di chi ha le professionalità giuste. Se è vero che la prevenzione va fatta soprattutto individualmente», proteggendosi dalle punture di zanzara, «c’è bisogno anche di azioni di sistema, portando avanti azioni larvicide in tempi utili. Il nostro bersaglio sono le zanzare, non il virus». Queste le parole di Francesco Vaia, già direttore generale dell’Istituto Spallanzani di Roma e già direttore per la prevenzione del ministero della Salute, intervenuto alla trasmissione Morning News su Canale 5. L’Italia non deve isolarsi. «Le malattie infettive vanno prevenute soprattutto in un quadro di collaborazione internazionale in modo che i piani pandemici possano essere condivisi a livello mondiale – ha aggiunto Vaia -. In un mondo globalizzato ciò che succede nell’altro emisfero ci interessa: basta un viaggio in aereo o sulla nave perché questo virus possa essere trasferito in Italia. Per questo, bisogna che il nostro Paese, che in tempi non sospetti ha contrastato certe misure, provi a diventare protagonista. L’Italia potrebbe ospitare uno snodo dei centri per le malattie infettive europei in modo che questa possa essere una struttura di raccordo tra l’Africa e l’Europa, seguendo un approccio One Health».

Rocca: «Un milione di euro per la disinfestazione»

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, a margine dell’inaugurazione del villaggio a Tor Vergata per il Giubileo dei Giovani, ha annunciato che «nel pomeriggio ci sarà una riunione con tutte le parti interessate sul virus West Nile, e deciderò se adottare o meno un’ordinanza del presidente. In ogni caso stanzieremo adesso un milione di euro per fare le disinfestazioni dove i comuni ancora sono inadempienti, così nessuno avrà più alibi però ripeto: niente allarmismi, come ho già detto non è il Covid. Non c’è contagio da uomo a uomo, ma dobbiamo accelerare insieme agli enti locali le procedure di disinfestazione – ha ribadito Rocca -. Per quel che riguarda il sistema sanitario, direi che sta rispondendo in maniera adeguata e appropriata».

Stop a donazioni di sangue in 31 province

Sono 31 le province sottoposte a limitazioni delle donazioni per contrasto del virus West Nile. Il Centro nazionale sangue ne ha pubblicato l’elenco sul suo sito. Andranno effettuati Test NAT o in alternativa andrà praticata la sospensione temporanea per 28 giorni dei donatori di sangue e di emocomponenti che abbiano soggiornato anche solo per una notte nella stagione 2025 nei luoghi indicati. Fra queste compaiono Roma, Napoli, Torino e Venezia. Per Stati Uniti e Canada la misura è in vigore tutto l’anno.