Dal legame col fronte sovranista all’amicizia con Bolsonaro Jr, perché Salvini vuole incontrare la brasiliana (arrestata) Carla Zambelli


Prima l’annuncio in pompa magna, poi il silenzio assoluto. «Se ci va davvero, succede il putiferio». È il commento a freddo che si raccoglie tra i leghisti che passeggiano nei corridoi di Montecitorio, all’indomani dell’ultimo «desiderio» espresso da Matteo Salvini: far visita a Carla Zambelli, la deputata italo-brasiliana del partito dell’ex presidente Jair Bolsonaro, arrestata a Roma lo scorso 29 luglio e attualmente detenuta nel carcere di Rebibbia. Zambelli era ricercata dall’Interpol in seguito a una condanna definitiva a dieci anni di carcere in Brasile. Il «desiderio» di Salvini è stato rilanciato ieri dalla comunicazione ufficiale della Lega, poi più nulla. Blackout totale. Nessun aggiornamento, nessuna conferma da chi gli sta vicino. Tra i parlamentari del Carroccio cresce l’idea che, proprio per evitare ricadute politiche o tensioni, Salvini possa aver deciso di gestire la questione lontano dai riflettori. «Che potesse farlo, certo. Ma se lo avesse fatto senza dirlo ovunque…», è il commento di un collega di partito. Ma perché Matteo Salvini vuole incontrare Carla Zambelli, ex deputata di un governo di estrema destra, ora in carcere? Sono due i motivi chiave: il posizionamento politico e un legame personale con il figlio di Jair Bolsonaro. Che infatti non ha tardato a commentare la vicenda.
Salvini e l’ammirazione per l’ex presidente brasiliano
Salvini non ha mai nascosto la sua ammirazione per Bolsonaro, leader di un partito sovranista, come lo è la Lega stessa. Già nel 2019, durante una festa a Cervia, il Carroccio aveva dichiarato senza mezzi termini che «Putin è un grande uomo di Stato, Trump una salvezza per gli americani, e Bolsonaro un grande presidente brasiliano». E quando nel 2024 la Corte Suprema brasiliana ha disposto misure cautelari contro Bolsonaro dopo il tentato golpe del 2022, Salvini era tornato a difenderlo a spada tratta. In un tweet aveva denunciato la «macchinazione in stile Soros» ai danni dei leader sovranisti come Marine Le Pen e Viktor Orbán. Rincarando la dose «Bolsonaro è perseguitato dalla magistratura di sinistra, ma amato dal suo popolo».
Il filo sovranista che unisce Salvini, Bolsonaro e Trump
E poi, prendere le parti di Bolsonaro significa anche – implicitamente – non stare dalla parte di Luiz Inácio Lula da Silva, il presidente brasiliano che, con la sua storia da ex sindacalista e leader progressista, non ha mai conquistato le simpatie di Donald Trump. E per Salvini, che non ha mai nascosto la sua affinità con l’attuale presidente americano, posizionarsi accanto a Bolsonaro è anche un modo per ribadire da che parte sta, dentro e fuori dai confini italiani.
L’amicizia con il figlio di Bolsonaro
Ma c’è anche un’altra questione, e questa volta riguarda l’amicizia. Sì, perché il leader della Lega ha stretto un rapporto personale con Eduardo Bolsonaro, il figlio dell’ex presidente brasiliano. I due si sono incontrati nel 2019 a Milano, in un clima di grande affinità politica. In quell’occasione, Bolsonaro junior lodò apertamente Salvini, definendolo «un simbolo del cambiamento in Italia e in Europa». Salvini, dal canto suo, lo accolse come un alleato e lo ringraziò per il ruolo avuto nell’estradizione di Cesare Battisti, ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo, condannato in Italia per omicidi e terrorismo negli anni ’70 e ’80. «Il Brasile chiede scusa perché il terrorista Cesare Battisti è rimasto tanti anni nel Paese – replicava Bolosonaro Jr – Il presidente era di sinistra. Adesso c’è una nuova realtà politica».
Bolsonaro Jr. chiede di non estradare la deputata
Proprio oggi, 31 luglio, mentre la Farnesina ha coinvolto il ministero della Giustizia, come ha spiegato Tajani – «Zambelli è in stato di detenzione, il fermo è stato confermato, ora toccherà al ministro della Giustizia intervenire insieme alla magistratura competente» – è intervenuto anche il figlio di Bolsonaro. Con un messaggio social rivolto al governo italiano, ha chiesto di non estradare la deputata italo-brasiliana: «Esorto le autorità italiane a non rimandare in Brasile la deputata Zambelli, cedendo alle richieste di un noto violatore dei diritti umani». Nel post, Bolsonaro junior ha puntato il dito contro il tribunale brasiliano che ha chiesto l’estradizione, ricordando che «il giudice che presiede il caso, quando era avvocato, si era espresso contro l’estradizione di Cesare Battisti in Italia, dopo la condanna per quattro omicidi aggravati». Nel post Bolsonaro Jr ha taggato direttamente la premier Giorgia Meloni e al vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini.