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Perché Alessandro Venier voleva scappare in Colombia? Il passato violento e la condanna prima di essere ucciso da madre e compagna

02 Agosto 2025 - 20:02 Ugo Milano
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In passato era stato condannato per una serie di piccoli reati dalle lesioni personali gravi agli atti di esibizionismo, fino al maltrattamento di animali

Su Alessandro Venier, il 35enne ucciso e fatto a pezzi dalla madre e dalla compagna, pendeva una condanna che stava per diventare esecutiva e che gli avrebbe impedito l’espatrio. Lo riporta Ansa che cita fonti investigative. Per tale ragione, l’uomo avrebbe affrettato il trasferimento definitivo in Colombia assieme alla convivente e alla loro bambina di sei mesi. Nello specifico, la condanna era conseguenza del reato di lesioni personali gravi (non causate peraltro per un eccesso di difesa). Il 35enne aveva poi collezionato denunce per coltivazione di sostanze illecite e attività non autorizzata di recupero di residuati bellici.

Il passato di Venier

Alle scuole superiori, riporta ancora l’agenzia di stampa, gli era stato contestato il reato di procurato allarme e quello di minacce. Poco tempo dopo sarebbe stato inoltre protagonista anche di un episodio violento nei confronti di un ex collega a Gemona (Udine). E poi, maltrattamenti di animali e numerosi atti di esibizionismo, alcuni dei quali sono divenuti virali nelle ultime ore, con video che hanno già migliaia di visualizzazioni. 

L’omicidio

Venier è stato prima sedato, poi ucciso e infine fatto a pezzi dalla madre Lorena Venier, 61 anni, e dalla compagna Mailyn Castro Monsalvo, trentenne colombiana. A incastrare le due donne sono le loro stesse confessioni. Secondo i magistrati, la 61enne, infermiera all’ospedale di Gemona, avrebbe agito da organizzatrice e co-esecutrice materiale. A istigare il delitto, invece, sarebbe stata la compagna della vittima e madre della loro bambina di sei mesi. Entrambe hanno partecipato attivamente al delitto, e secondo la Procura si tratta di un omicidio aggravato dalla premeditazione, dal legame di parentela e dalla presenza in casa della minore. Nel frattempo, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine, Mariarosa Persico, ha deciso che Monsalvo sarà trasferita in una struttura protetta per madri detenute con figli piccoli. Resta invece in carcere la madre di Alessandro. Anche per lei l’arresto è stato convalidato, ma il giudice ha disposto la custodia cautelare nel penitenziario di Trieste, nonostante la sua difesa chieda per lei gli arresti domiciliari. 

Foto copertina: X / ALESSANDRO VENIER | Alessandro Venier, trovato morto, fatto a pezzi, nella cantina della propria abitazione a Gemona

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