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Israele, lo scontro tra Netanyahu e l’esercito su Gaza: «Stop allo stato d’emergenza bellica»

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Il Capo di Stato Maggiore Eyal Zamir annuncia alleggerimenti nel personale militare. Il premier lo aveva invitato a dimettersi. Il punto è l'occupazione dell'intera Striscia

L’esercito di Israele ha annunciato la cancellazione dello stato d’emergenza bellica in vigore dal 7 ottobre. Lo stato d’emergenza prevedeva tra l’altro l’estensione obbligatoria del servizio di riserva per i soldati di leva regolare di altri quattro mesi. Gli alleggerimenti nel personale militare porteranno a una riduzione dell’esercito regolare «già nelle prossime settimane», ha riferito Ynet. Spiegando che l’annuncio è arrivato pochi minuti dopo che dall’entourage del premier Benjamin Netanyahu era emersa una dura presa di posizione rispetto al capo di stato maggiore Eyal Zamir: se non gli va bene l’occupazione di tutta Gaza, «che si dimetta».

L’annuncio sull’occupazione di Gaza

In un post sull’account X dell’Idf è stata intanto pubblicata la decisione di Zamir. Che riguarda una riduzione pari a circa una compagnia per ogni battaglione regolare. Mentre decine di soldati saranno trasferiti, come in passato, nei battaglioni di riserva. A questi riservisti l’Idf ha promesso un alleggerimento del carico operativo nei mesi a venire, dopo oltre un anno passato in uniforme dall’inizio del conflitto. Un’ulteriore decisione presa da Zamir nelle ultime 24 ore riguarda le unità speciali e i reparti d’élite. Verrà annullata la richiesta imposta ai combattenti di estendere il loro servizio in carriera oltre quanto pattuito prima dell’arruolamento. «Le decisioni sono state prese dal capo di stato maggiore preoccupato per la qualità del servizio dei combattenti e per il rafforzamento dei loro diritti, alla luce del loro contributo all’Idf e allo Stato di Israele», scrive l’esercito su X.

Lo scontro Idf-Netanyahu

E ancora: «L’attuazione di queste decisioni contribuirà a preservare la capacità operativa delle unità speciali dell’esercito, l’esperienza operativa e professionale dei combattenti, manterrà la qualità delle sue attività e darà respiro ai combattenti di riserva». La decisione è arrivata dopo che negli ultimi mesi si erano levate critiche crescenti riguardo all’estremo carico di lavoro che i soldati sopportano, e sullo sfondo di un’ondata di suicidi tra i militari in servizio regolare e tra i riservisti. Zamir ha anche annullato un viaggio negli Usa, che era era condizionato al raggiungimento di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Poiché ciò non è avvenuto, il viaggio è stato sospeso.

La tensione tra vertici politici e militari in Israele

Zamir avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia di passaggio di consegne del capo del Comando Centrale degli Stati Uniti. E incontrare funzionari statunitensi al Pentagono e leader di gruppi ebraici. Poiché non c’è un cessate il fuoco, «e a causa della difficile situazione della questione degli ostaggi e della grande responsabilità sulle sue spalle, ha deciso di annullare il suo viaggio», aggiunge la fonte all’agenzia di stampa Ansa. Secondo il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano l’operazione di terra a Gaza, se prolungata, mette in pericolo i rapiti. Una delle proposte messa sul tavolo da Zamir è che l’esercito resti fermo sugli assi già catturati. Agendo su piccola scala contro la guerriglia di Hamas.

La tattica dell’esercito

L’Idf raccomanda di continuare a controllare le aree dove già si trova. E di proseguire con i raid mirati su Gaza City e le zone centrali, aree densamente popolate ancora sotto il controllo di Hamas e dove Israele ritiene siano tenuti prigionieri gli ostaggi. L’intenzione, secondo l’esercito, è di usare molto fuoco per far capire ad Hamas che l’Idf è pronto a entrare anche in luoghi finora mai raggiunti. Ma senza inviare troppe forze nell’area. Il governo non avrebbe ancora preso una decisione, nonostante l’operazione partita a marzo con la rottura della tregua non abbia prodotto l’obiettivo di guerra di liberare gli ostaggi.

L’opposizione

Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha invece affermato che le controversie tra il primo ministro e il capo di stato maggiore delle Idf devono rimanere a porte chiuse. «Ho avuto discussioni anche con il capo di stato maggiore delle Idf, come ministro degli Esteri e come primo ministro. Alcune non sono state semplici. Solo una cosa ci è chiara: devono rimanere a porte chiuse», ha scritto Lapid su X. «I soldati delle Idf non devono pensare che una leadership divisa e conflittuale li stia guidando, che la classe politica non rispetti il loro comandante, che li stia svendendo per un titolo», ha proseguito.

Le fughe di notizie

Lapid afferma anche che esiste un «prezzo operativo» per la fuga di notizie sulle discussioni. Chiedendo in pratica al capo di stato maggiore delle Idf di astenersi dal dire tutto ciò che pensa se sa che quello che dice arriverà alla stampa. contribuire alla polemica anche Yossi Yehoshua, corrispondente militare di Yedioth Aharonoth, che ha scritto che «se Netanyahu è davvero interessato a prendere la decisione davvero drammatica e divisiva per l’opinione pubblica israeliana – l’occupazione di Gaza City e dei campi profughi centrali – deve presentarsi al popolo, chiarire il prezzo previsto per le vite degli ostaggi e dei soldati che cadranno e dichiarare di assumersi la piena responsabilità, nonostante l’opposizione delle Forze di Difesa Israeliane».

La replica del figlio del premier

Non si è fatta attendere la risposta di Yair Netanyahu che ha controbattuto al giornalista con toni duri: «Se chi ti ha dettato quel tweet è chi pensiamo, si tratta di una ribellione e di un tentativo di colpo di stato militare degno di una repubblica delle banane in America Centrale durante gli anni ’70. Questo è completamente criminale», ha scritto alludendo che lo stesso Zamir abbia dettato i post del giornalista. Quasi tutti i ministri della Difesa e i capi militari che in precedenza hanno prestato servizio sotto Netanyahu hanno litigato con il premier dopo il loro mandato. Il premier israeliano li ha definiti di sinistra e sono poi diventati accaniti critici della sua leadership.

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