Lotteria Italia: così ogni anno i milioni dimenticati dai vincitori finiscono allo Stato


Ogni anno, l’Epifania segna l’appuntamento fisso con la Lotteria Italia, una tradizione che resiste al tempo. L’edizione 2024-2025 ha registrato un nuovo picco di partecipazione: 8,6 milioni di biglietti venduti e 21 milioni di euro in premi messi in palio. Eppure, dietro l’entusiasmo, si nasconde un’altra, insolita, dinamica: quella dei premi dimenticati. Non è raro, infatti, che alcuni vincitori, per distrazione o semplice dimenticanza, finiscano per non riscuotere le loro vincite. Biglietti smarriti, mai controllati o dimenticati nei cassetti si trasformano così in un regalo per l’Erario. Nell’ultima edizione, sono rimasti non reclamati premi per un totale di oltre 1,3 milioni di euro: 1.230.900 euro tra quelli estratti ufficialmente, più altri 130.000 euro derivanti dai premi giornalieri. A fare luce sul fenomeno è il Sole 24 Ore.
Una costante nel tempo
Quello dei premi non riscossi non è un fenomeno occasionale, ma una costante che attraversa la storia della Lotteria Italia. Dal 2002 a oggi, le somme lasciate sul tavolo ammontano a oltre 32 milioni di euro. Una cifra che testimonia una certa leggerezza – almeno da parti di alcuni – nel seguire le proprie scommesse, anche quando la posta in gioco è tutt’altro che simbolica. Il caso più eclatante? Nel 2008, il primo premio – ben 5 milioni di euro – non venne mai incassato. Un evento clamoroso, che spinse lo Stato a reimmettere la somma in gioco nell’edizione successiva, invece di trattenerla. Da allora, episodi simili si sono ripetuti: nel 2012 vennero dimenticati quasi 3 milioni, nel 2015-2016 furono 2,9 milioni, mentre nel 2014 andarono persi 1,7 milioni, inclusi premi di alta fascia.
Il vero vincitore? Lo Stato
Nella più recente edizione, i grandi vincitori si sono dimostrati puntuali: tutti i premi principali – quelli da uno a cinque milioni di euro – sono stati regolarmente riscossi. A essere ignorati, invece, sono stati per lo più i premi minori e quelli distribuiti durante le estrazioni giornaliere, spesso più difficili da monitorare e con un margine di dimenticanza più alto. Il regolamento parla chiaro: i premi non reclamati entro 180 giorni dalla pubblicazione del bollettino ufficiale tornano automaticamente allo Stato. Fino a qualche anno fa, queste somme potevano essere redistribuite internamente all’amministrazione finanziaria, ma oggi finiscono direttamente nelle casse pubbliche.