Occupazione totale di Gaza, Netanyahu convoca i ministri. Le sinistre Ue: «Genocidio, ora embargo sulle armi a Israele»


È tutto pronto per la nuova fase dell’invasione della Striscia di Gaza. O quasi. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza per domani, giovedì 7 agosto, alle 18 ora locale. In quella sede, come anticipato da giorni, si discuterà il via libera definitivo al nuovo piano che dovrebbe prevedere l’«occupazione militare totale» dell’enclave palestinese. Non è chiaro al momento se prima o durante la riunione i vertici dell’Idf renderanno ancora note le loro perplessità riguardo a un’operazione militare che a loro avviso metterebbe a repentaglio l’incolumità degli ostaggi, dopo che il governo ha assicurato che l’esercito «eseguirà gli ordini dati».
Le perplessità dell’esercito e dell’opposizione: «Pagheremo un prezzo elevato»
«Ho detto al premier Netanyahu che occupare Gaza è una pessima idea», ha attaccato oggi il leader dell’opposizione, Yair Lapid, dopo un faccia a faccia con il primo ministro. «Non si intraprende un’azione del genere se non si ha la maggioranza della popolazione alle spalle. Il popolo di Israele non è interessato a questa guerra. Pagheremo un prezzo troppo alto». Critiche simili erano state mosse dal capo di Stato maggiore Eyal Zamir, che ha descritto l’occupazione totale di Gaza come una «trappola». La volontà di Netanyahu sarebbe di conquistare anche i campi centrali della Striscia e Gaza City, aree dove l’intelligence pensa possano essere ancora tenuti gli ostaggi prigionieri di Hamas dal 7 ottobre 2023. Azioni militari di larga scala potrebbero però comportare un serio rischio proprio per gli ostaggi
Nuovi raid sulla Striscia: almeno 12 morti, 5 decessi per fame
Intanto i bombardamenti aerei su Gaza continuano imperterriti. Nei raid di questa mattina, mercoledì 6 agosto, i soccorritori avrebbero contando almeno dodici morti. Tre di questi sarebbero stati uccisi dopo un attacco contro la loro casa nel quartiere di Zeitoun, a sud-est di Gaza City. La situazione umanitaria, poi, non dà cenno di migliorare e gli aiuti rimangono centellinati dal rigido controllo dell’Idf. Secondo fonti di Hamas, nelle ultime 24 ore sarebbero morte anche 5 persone per le conseguenze della fame e della malnutrizione.
Le sinistre Ue a von der Leyen: «Embargo alle armi per Israele»
Da Bruxelles, intanto, i gruppi europei dei Socialisti, Verdi e Sinistra hanno indirizzato una lettera per chiedere la «sospensione dell’accordo di associazione» con lo Stato ebraico alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e all’Alta rappresentante Kaja Kallas. Ciò che sta avvenendo nella Striscia, si legge nella nota congiunta, «non può essere considerata una semplice emergenza: vi sono prove evidenti che si sta consumando un genocidio». Eppure, «finora la Commissione e il Consiglio europeo non hanno reagito con l’urgenza e la determinazione che i nostri trattati, i nostri valori e le nostre responsabilità richiedono». Per questo, oltre appunto alla sospensione dell’accordo, la richiesta concreta è anche di un «embargo alle armi» per Israele.