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«Qui la situazione non è facile», l’ultimo incontro di Stefano Argentino con il suo legale in carcere: «Era a rischio». Disposto il sequestro della salma

07 Agosto 2025 - 13:20 Alba Romano
sara campanella stefano argentino
sara campanella stefano argentino
Il legale del 27enne, omicida reo confesso di Sara Campanella, ha sottolineato il malessere del giovane: soffriva di forte depressione e c'era «timore che potesse togliersi la vita»

Sara Campanella sgozzata per strada, dopo aver chiesto per l’ennesima volta a Stefano Argentino di «lasciarla in pace». Lui suicida in carcere a meno di un mese dalla prima udienza del processo, fissata per il 10 settembre, dopo che pochi giorni fa gli psicologi del carcere Gazzi di Messina avevano dato il via libera al suo reintegro in un regime carcerario ordinario. Il 27enne, reo confesso dell’omicidio commesso lo scorso 31 marzo, per settimane era stato marcato a uomo dal personale sanitario e carcerario perché soffriva di forte depressione e c’era «timore che potesse togliersi la vita». Nell’ultimo periodo, secondo il personale del Gazzi, aveva ricominciato a mangiare normalmente e sembrava meno cupo.

Disposto il sequestro della salma di Argentino

Ma la Procura vuole vederci chiaro e per questo ha disposto il sequestro della salma del giovane. Secondo quanto si è appreso sarà disposta l’autopsia nell’ambito del fascicolo di inchiesta aperto che al momento è senza ipotesi di reato e senza indagati. Le indagini coordinate dalla Procura di Messina, diretta da Antonio D’Amato, puntano a fare chiarezza sull’esatta dinamica dell’accaduto. Accertamenti saranno eseguiti anche sulla perizia medica che ha permesso il “declassamento” del livello di sorveglianza nella struttura penitenziaria di Gazzi nei confronti di Argentino. 

Le difficoltà di Argentino in carcere e le avvisaglie di un «profondo malessere»

Il ragazzo era rinchiuso con altri tre detenuti, nel momento del suicidio avvenuto nel bagno della cella, due erano all’ora d’aria, il terzo probabilmente era in cella ma non si sarebbe accorto di nulla. «Lo Stato è responsabile di questa tragedia, avrebbe potuto salvare almeno una delle due vite», è il durissimo attacco del legale del giovane, Stefano Cultrera. Secondo il difensore, Argentino era un «soggetto a rischio». Al padre, infatti, era stato diagnosticato un disturbo bipolare schizofrenico, che può essere trasmesso ereditariamente. «Lo dimostrano le chat con sé stesso che sono state trovate sul suo cellulare», insiste l’avvocato. «Ad aprile avevo chiesto una perizia psichiatrica perché avevo compreso la poca lucidità del ragazzo, ma il gip me l’ha negata». Poi racconta dell’ultimo incontro in carcere: «Abbiamo parlato per due ore e mezza. Mi ha colpito una sua frase: “Qui la situazione non è assolutamente facile“. Un segno di profondo malessere».

Il pedinamento e l’omicidio di Sara Campanella

Stefano Argentino era stato arrestato il 1 aprile, dopo quasi due giorni di fuga, per l’omicidio della 22enne Sara Campanella. Il 31 marzo aveva aspettato la ragazza fuori dal Policlinico di Messina, dove entrambi frequentavano il corso di Tecniche di laboratorio biomedico. Avevano camminato insieme per un tratto, come certificano le ultime immagini riprese da videocamere di sorveglianza e un messaggio di Sara alle amiche, poi la 22enne gli aveva chiesto di «lasciarla in pace e smettere di seguirla». Un dialogo, l’ultimo tra i due, che la studentessa aveva registrato. A quel punto, Argentino avrebbe tirato fuori un coltello colpendola cinque volte alla gola di fronte a decine di passanti, per poi scappare. Era accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dalla premeditazione.

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