Brucia il Parco del Vesuvio, fronte di fuoco di 3 km: i sospetti sull’origine dolosa e i segnali ignorati. Arrivano esercito e Protezione civile – Il video
Un fronte di fuoco lungo tre chilometri sta devastando il Parco del Vesuvio da ieri, con circa 500 ettari di vegetazione già distrutti. Le fiamme hanno rischiato di raggiungere l’abitato di Terzigno, costringendo centinaia di persone a trascorrere la notte in strada. La colonna di fumo è visibile da decine di chilometri, da Pompei fino a Napoli, con frammenti di cenere che si depositano sulle abitazioni.
Stato di mobilitazione nazionale
Il governatore Vincenzo De Luca ha richiesto lo stato di mobilitazione nazionale della Protezione civile, appello raccolto dal ministro Nello Musumeci. «Ho decretato lo stato di mobilitazione straordinaria del servizio nazionale di Protezione civile», ha annunciato Musumeci, consentendo il coordinamento dell’intervento con il supporto di uomini e mezzi da altre regioni. Dal Centro di coordinamento dei soccorsi è arrivata la richiesta: «Serve l’Esercito».
Operazioni di soccorso in corso con oltre 100 uomini
Sul fronte del rogo sono impegnati sei Canadair della flotta nazionale e quattro elicotteri regionali, supportati da oltre cento operatori tra vigili del fuoco, volontari e forze dell’ordine. Nonostante l’sforzo imponente, l’emergenza è lontana dall’essere risolta. Il timore principale riguarda un possibile cambio di direzione del vento che potrebbe spingere le fiamme verso le zone abitate.
La testimonianza del sindaco di Terzigno
«Abbiamo vissuto una situazione molto critica», racconta Francesco Ranieri, sindaco di Terzigno, epicentro dell’incendio. «All’inizio il vento spingeva verso l’alto, poi si è portato verso le abitazioni. E lì abbiamo avuto paura». Fortunatamente, i mezzi a terra hanno garantito l’incolumità di tutti, mantenendo una distanza di sicurezza dalle case senza necessità di sgomberi.
Sospetti di origine dolosa e segnalazioni ignorate
La memoria corre all’estate 2017, quando il Vesuvio fu devastato da incendi di origine dolosa accertata. Ora emerge lo stesso sospetto da parte dei sindaci. I cittadini di Terzigno accusano: piccoli incendi nella pineta erano stati segnalati da cinque giorni, «probabilmente sottovalutati fino al disastro divampato ieri», complici vento e alte temperature.