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«L’inviato di Trump ha frainteso Putin», il caso dell’equivoco tra Witkoff e il Cremlino sull’Ucraina sul «ritiro pacifico»

09 Agosto 2025 - 17:23 Alba Romano
putin-witkoff
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Secondo la tedesca Bild, l'inviato speciale della Casa Bianca avrebbe frainteso un passaggio cruciale nei colloqui con il presidente russo

A pochi giorni dal summit in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin, che è previsto per il 15 agosto, emerge un retroscena rivelato dal quotidiano tedesco Bild. Secondo la testata, l’inviato speciale americano Steve Witkoff avrebbe frainteso una frase del leader russo durante il colloquio del 6 agosto. Mosca avrebbe parlato di un «ritiro pacifico» delle forze ucraine da Cherson e Zaporizhzhia. L’emissario Usa lo avrebbe interpretato invece come un’offerta russa a ritirare le proprie truppe. Ma per il Cremlino non c’è stato alcun cambio di linea. La posizione di Putin resta rigida: controllo totale di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Cherson e Crimea come condizione per porre fine alla guerra. Non solo le zone già occupate, ma l’intero territorio delle regioni.

I territori contesi

La trattativa internazionale sul conflitto è bloccata proprio sulla questione territoriale. Secondo fonti diplomatiche, Mosca è disposta a discutere una tregua solo se potrà mantenere il pieno controllo di Donetsk e Lugansk, e senza cedere Cherson e Zaporizhzhia. Putin chiede anche il riconoscimento della Crimea come parte della Russia e il ritiro delle forze ucraine oltre la linea del Donbass, obiettivi che finora non ha raggiunto sul campo. Sul tavolo è stata ipotizzata, in via informale, un’intesa che congeli i combattimenti sull’attuale linea del fronte e sospenda gli attacchi su Cherson e Zaporizhzhia, ma le distanze tra le parti restano profonde. Gli alleati europei, in contatto costante con Kiev e Washington, hanno fatto sapere a Zelensky che un accordo sarà possibile solo a fronte di concessioni reciproche. Per di più, la pretesa russa di mantenere il controllo delle quattro regioni occupate e della Crimea è ormai sancita nella Costituzione di Mosca.

Niente stop alle offensive nemmeno se si revocano le sanzioni

Unica apertura, secondo Bild, riguarda cessate il fuoco limitati, legati a infrastrutture energetiche o a grandi città lontane dal fronte. Niente stop alle offensive, nemmeno in cambio della revoca di gran parte delle sanzioni o di nuovi accordi commerciali proposti da Washington. «Witkoff non sa di cosa sta parlando», avrebbe detto alla testata tedesca un alto funzionario ucraino, come riporta l’Ansa. Una valutazione che, scrive il giornale, sarebbe condivisa anche in ambienti governativi di Berlino.

La delegazione americana: «caotica e divisa»

Il caso sarebbe emerso anche nella teleconferenza di giovedì 6 agosto con i partner europei. La delegazione Usa, formata da Witkoff, il Segretario di Stato Marco Rubio e il vice presidente J.D. Vance, sarebbe apparsa «caotica e divisa». L’inviato, secondo Bild, è stato giudicato addirittura «sopraffatto e poco preparato». Sul coinvolgimento dell’Unione europea nei negoziati, il segretario di Stato Usa sarebbe più aperto rispetto agli altri due membri della delegazione. Ma per ora, le distanze con Mosca restano evidenti.

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