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Monopoli, chiede al gestore del lido di portare un panino per il figlio celiaco ma lui pone una serie di condizioni: «Inaccettabile chiedere il permesso»

12 Agosto 2025 - 19:44 Ugo Milano
monopoli panino spiaggia celiachia
monopoli panino spiaggia celiachia
La donna aveva chiesto di poter portare una merenda per i figli, di cui uno celiaco. Per il gestore era permesso solo per il bimbo intollerante ma non per il fratellino, e in un ombrellone in cui non fosse visibile a nessuno

Rispetto ai prezzi che i gestori dei lidi sparano durante la settimana di Ferragosto, quelli del lido Marzà di Monopoli sembravano un affare. L’unico problema per Maria sono i due figlioletti, in particolare quello con una intolleranza alimentare certificata al glutine. La richiesta al proprietario è semplice: «Posso portare un panino per i miei figli come merenda?». La risposta è intransigente: «In via del tutto eccezionale può portare il panino, ma solo per il bambino con l’intolleranza». Non solo. Portarsi la merenda da casa è evidentemente inaccettabile per il gestore che vuole che il tutto sia fatto in maniera assolutamente segreta e lontana da sguardi indiscreti: «Quando viene qua vediamo dove farla mettere».

La concessione straordinaria per il bimbo celiaco: «È una cortesia»

Maria, come ha raccontato a Repubblica Bari, prova a insistere: «Sono solo due panini per due bambini, è assurdo impedire al fratellino senza intolleranze di mangiare la stessa merenda». Ma non c’è niente da fare, neanche quelle parole fanno breccia: «Per l’altro no, assolutamente no. Le sto facendo una cortesia solo per il celiaco». La donna ribatte nuovamente, ricordando come il regolamento regionale permetta alle persone di portarsi negli stabilimenti cibo e bevande a uso strettamente personale. A maggior ragione se ci sono specifiche esigenze alimentari.

La rabbia del gestore: «Questa è proprietà privata»

Il proprietario, a questo punto, reagisce violentemente: «Mi ha detto di non avvicinarmi, mi ha aggredita verbalmente», racconta Maria. «Ha sostenuto che quella era proprietà privata. Ho provato a fargli capire che la realtà era ben diversa ma non ha voluto sentire ragioni. Mi è sembrato assurdo, umiliante». Insomma, il prezzo di 60 euro per due lettini e il parcheggio – teneva anche conto dell’obbligo di consumare cibo all’interno dello stesso lido: «Ho capito che, senza la consumazione, saremmo stati spennati con il pasto obbligatorio all’interno del lido. Sembrava di dover contrattare un permesso. È inaccettabile che a un genitore venga chiesto di scegliere quale dei suoi figli può mangiare».

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