Urbanistica, annullati due arresti a Milano: tornano liberi Bezziccheri e Scandurra. I messaggi di Tancredi a Catella: «Mi confermi assessore?»


Parlavano con Manfredi Catella, scambiandosi battute, non come fosse un grande immobiliarista di cui monitorare l’operato ma come se il patron di Coima fosse il vero sindaco di Milano. Tanto che, scherzosamente (ma chissà quanto), l’assessore dimissionario all’urbanistica Giancarlo Tancredi gli scrive: «Ma mi confermi assessore?». La risposta arriva immediata, con una promozione a pieni voti: «Voi siete i best ever, io se volete vi faccio da segretario». Nelle chat si inserisce anche il direttore generale del Comune di Milano, Christian Malangone: «Me lo tatuo sulla schiena».
Riesame: annullati gli arresti per Bezziccheri e Scandurra
Sono questi alcuni dei messaggi che, nell’ambito della maxi inchiesta sull’urbanistica, la procura di Milano ha depositato nelle scorse ore sul tavolo del tribunale del Riesame, per tentare di scongiurare la possibilità dell’annullamento degli arresti domiciliari per Tancredi e per Giuseppe Marinoni, l’ex presidente della Commissione paesaggio del Comune. Il Riesame ha già contrastato le conclusioni cui era giunto lo scorso 31 luglio il gip Mattia Fiorentini, annullando gli arresti per l’imprenditore Andrea Bezziccheri (in carcere) e per Alessandro Scandurra, ex braccio destro di Marinoni nella Commissione ai domiciliari. Entrambi torneranno in libertà, non sussistendo necessità cautelari come la reiterazione del reato, la fuga o l’inquinamento delle prove: una decisione che la procura porterà davanti ai giudici della Cassazione. Giovedì 14 agosto ci saranno le udienze dell’imprenditore Federico Pella, di Tancredi e di Giuseppe Marinoni per discutere i ricorsi contro gli arresti domiciliari. Il 20 agosto toccherà a Manfredi Catella.
Tancredi come «dipendente privato agli ordini di Catella»
Sono chat come quella che, secondo la procura, andrebbero a evidenziare in maniera lampante la presunta assenza di terzietà nell’operato dell’assessore Tancredi: «Grazie alla sua azione, è consapevole che gli interessi di Coima vengono massimizzati», scrivono i pm. «Tant’è che ironizza su una sua conferma come assessore da parte di Catella in persona, come se quest’ultimo fosse il sindaco di Milano». Proprio da questa posizione di «mercimonio della funzione pubblica, sfregio delle leggi e attentato alla democrazia urbanistica» ci sarebbero tutte le carte per confermare, stando alla procura, la misura cautelare dei domiciliari. Tancredi, così come il direttore generale del Comune di Milano Christian Malangone, si sarebbero atteggiati come «dipendenti privati e deferenti agli ordini di Catella». Anzi, proprio come una catena di comando per precisa, le parole di Catella sono ricevute come desiderata da Tancredi. È lui, a sua volta, a veicolarle a dirigenti e funzionari del Comune e a Marinoni.
Il caso studentati, l’assessore Tancredi: «Modifichiamo i numeri prima di renderli pubblici»
Tra i temi più discussi nella chat, anche con dure differenze di vedute, c’è la questione dei nuovi studentati affidati a Coima. L’assessore Tancredi, il 15 luglio 2024, chiede di poter modificare i numeri (riferendosi al prezzo delle stanze) per evitare danni politici: «Scusa Manfredi, ma su Studentato Romana, a evitare situazioni comunicative che mettano in imbarazzo, o peggio politicamente, il Comune, vediamoci domani e concordiamo linea. Noi stasera accenniamo in Consiglio che Coima ci sta lavorando più noi su Statale e altri atenei, senza dare numeri. Ma prima di dare numeri vanno modificati e verificati la convenzione e il piano finanziario».
La linea dura di Manfredi Catella: «Tariffe minori solo se troviamo altri modi per guadagnare»
Manfredi Catella non cede di un millimetro, nemmeno di fronte alle suppliche di Manfredi («Io non saprei cosa dire se i giornalisti mi chiedono»), e anzi rincara la dose: «La convenzione determina i prezzi massimi sulla base dei principi definiti. Noi autonomamente possiamo anche applicare tariffe minori se troviamo compensazioni con altri che ne assumono il costo». E poi aggiunge: «Non so cosa dire più di quanto sopra. La convenzione è un contratto ed è stabilito sui principi del Comune. Oggi la redditività prevista che è minima (5%) non è neanche raggiunta per gli extra costi. Non credo si debba rincorrere nessuno ma piuttosto chiarire come il Comune definisce i criteri delle convenzioni. Se poi il privato riesce a trovare altre soluzioni virtuose o il pubblico vuole dare altri sussidi è tema separato».