Assunta al quarto mese di gravidanza e poi lasciata a casa a termine del contratto: scoppia il caso social sull’influencer Martina Strazzer


Nel novembre 2024, l’imprenditrice e influencer 24enne Martina Strazzer, fondatrice del brand di gioielli Amabile, 7 milioni di fatturato e il 90% di dipendenti donne, raccontava su TikTok di aver assunto «una ragazza incinta». Il video, dedicato a Sara, contabile al quarto mese di gravidanza, diventò virale: un gesto in controtendenza rispetto a tante pratiche discriminatorie nel mondo del lavoro, accolto con entusiasmo dentro e fuori la community social di Strazzer. Otto mesi dopo, quella storia che sembrava una favola a lieto fine si è chiusa con un epilogo amaro: Sara non lavora più in Amabile, e non per sua scelta. A ricostruire la vicenda è Charlotte Matteini nella sua newsletter Ma che, davvero?, che ha raccolto la testimonianza della, suo malgrado, protagonista.
L’assunzione e la maternità
Sara, prima dell’assunzione in Amabile, aveva un contratto a tempo indeterminato in un’altra azienda. Accettò di lasciare subito il posto per entrare a luglio 2024 nella squadra di Strazzer, con un contratto di un anno e la promessa, mai formalizzata, di stabilizzazione: «Io ero contentissima: sui social Amabile sembrava un’azienda fantastica, dove i dipendenti erano come una grande famiglia, c’era sensibilità, tanti benefit e un orario flessibile». La priorità era completare un processo di integrazione aziendale e formare il team amministrativo prima della maternità obbligatoria prevista per novembre. Nei mesi successivi, racconta: «Mi sono sempre resa disponibile, sia prima di partorire che dopo la nascita di mia figlia: le colleghe mi chiamavano quasi tutti i giorni e io le aiutavo volentieri. Qualche volta, ancora incinta, sono passata in ufficio per dare una mano. Dopo la nascita di mia figlia ho persino fatto dei corsi da remoto tenendo la bambina in fasce accanto a me». A nulla sono valse le rassicurazioni ricevute da Strazzer nel febbraio 2025 a proposito di una stabilizzazione, perché a maggio viene convocata dalle risorse umane e dal nuovo Cfo per comunicarle che il suo lavoro non era soddisfacente: «Mi dicono che hanno riscontrato problemi nel mio lavoro. In quel momento mi metto in discussione: vado a casa provata, pensando di aver sbagliato cose basilari che faccio da dodici anni».
@lescomodeverita Questo è il video che la Strazzer fece a Sara che ignara di tutto sorrideva in camera! Amabile devi dare delle spiegazioni #strazzer #amabile #QUIPERSARA #persara #quipersara ♬ suono originale – Peppe Berardi
Il contratto non rinnovato
La decisione definitiva arriva però nel colloquio con Martina Strazzer, la stessa che qualche mese prima l’aveva assunta in pompa magna: «Mi dice che hanno riscontrato molte mancanze e criticità, e che le dispiace ma le cose non erano state fatte correttamente. Chiedo allora di elencare tutte le criticità, ma dopo aver tergiversato senza entrare nel merito, mi comunicano che non mi rinnoveranno il contratto». Dal punto di vista legale, la scelta di Amabile è consentita: la normativa italiana non vieta di non rinnovare un contratto a termine a una lavoratrice in maternità. Ma, sottolinea Matteini, il tema è un altro: la coerenza tra la narrazione social di un’azienda e le scelte che poi assume nella realtà. L’assunzione “inclusiva” era diventata contenuto virale e strumento di branding positivo: l’uscita di scena di Sara, invece, non è mai stata raccontata.
I commenti sui social
Ma come un boomerang, la storia che tanto bene aveva fatto all’immagine del brand, è tornata indietro con una scia di commenti negativi. Sui social, in particolare Instagram e TikTok, impazzano i contenuti che ripercorrono la vicenda e attaccano sia l’azienda che la sua fondatrice: «Fiera di non aver mai comprato Amabile… fossi in te cambierei il nome visto che con Sara non sei stata così “amabile”. Spero che il karma ti arrivi sia vero di te che la tua azienda» si legge in un commento su Instagram. O ancora: «Perché non ci parlate della nuova collezione Bebè», «La cosa brutta è la pubblicità da paladina della giustizia che si è fatta Martina Strazzer». Come spiega Charlotte Matteini l’azienda non ha risposto alle richieste di chiarimento e anche sui profili social, di solito molto attivi, finora tutto tace.