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I giochi del Mediterraneo: quando iniziano, dove si dovrebbero svolgere e perché c’è il rischio che saltino. Abodi a Open: «Si faranno, nessun piano B»

13 Agosto 2025 - 12:20 Sofia Spagnoli
andrea abodi giochi mediterraneo taranto 2026
andrea abodi giochi mediterraneo taranto 2026
Nascono ad Alessandria d’Egitto nel 1951. Nel 2026 torneranno in Italia, ma i cambi di governo hanno rallentato i lavori: quali sono tutti i nodi da sciogliere (e i cantieri da finire)

Nei prossimi due anni l’Italia sarà un vero e proprio palcoscenico per i grandi eventi sportivi internazionali. Tutta l’attenzione di istituzioni, media e pubblico è già puntata sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, in programma dal 6 al 22 febbraio 2026. Senza dimenticare l’America’s Cup, il più prestigioso torneo di vela al mondo, che si terrà a Napoli, nel 2027. Ma c’è un altro appuntamento di rilievo che, per ora, sta passando un po’ in sordina: i Giochi del Mediterraneo, in agenda dal 21 agosto al 3 settembre 2026. L’evento avrà il suo epicentro a Taranto e le gare si estenderanno anche nelle province limitrofe. In programma 29 discipline, 275 i milioni di euro investiti, con la partecipazione di tutte le nazioni affacciate sul Mediterraneo (tranne Israele). Sarà la ventesima edizione della manifestazione, e la seconda in Puglia dopo quella di Bari nel 1997. Ma non sono mancate criticità: ritardi, cambi al vertice del comitato organizzatore, e nodi sul piano logistico ed organizzativo. Elementi che hanno alimentato i timori di un possibile rinvio. «Dobbiamo, vogliamo e dimostreremo di essere in grado di farlo – assicura il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi parlando con Open, e aggiunge – L’attenzione arriverà anche sui Giochi del Mediterraneo, che hanno un’importanza diversa ma non minore: il loro ruolo è sportivo, certo, ma anche geopolitico, vista la portata dell’area coinvolta». Ma, tra scadenze serrate e lavori ancora in corso, qualche punto critico resta.

I giochi e il tentativo di rilancio della città

I Giochi del Mediterraneo nascono ad Alessandria d’Egitto nel ’51 e, proprio come le Olimpiadi estive, si svolgono ogni quattro anni. La candidatura di Taranto viene accolta con favore dal Comitato internazionale il 24 agosto 2019: una decisione che, per l’amministrazione, diventa subito la spinta per immaginare il rilancio dell’intera città. Un progetto ambizioso per un territorio che, per decenni, è stato associato quasi esclusivamente all’acciaieria dell’Ilva. La macchina organizzativa si muove su più livelli e coinvolge la Regione Puglia – con il supporto di Asset (Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio) – il comune e il governo. Tra gli interventi più rilevanti figurano lo Stadio del Nuoto, con piscina olimpionica, e il Centro nautico, oltre alla ristrutturazione di numerosi impianti già esistenti destinati a ospitare le gare. In totale, si contano circa quaranta interventi distribuiti in tutta la regione: da Grottaglie a Massafra, da Fasano a Lecce e Brindisi, coinvolgendo gran parte del sud della Puglia. In una prima fase, nel 2022, il governo Draghi stanzia 150 milioni di euro per il progetto. Lo scenario cambia con l’arrivo al governo di Giorgia Meloni.

L’insediamento del governo Meloni

I Giochi vengono commissariati: il precedente comitato organizzatore viene sciolto e ricostituito. Alla guida dell’evento viene nominato Massimo Ferrarese, che assume una doppia veste: presidente del Comitato organizzatore e commissario straordinario per le opere. Per chi faceva parte della precedente gestione, si tratterebbe di «un tentativo dell’esecutivo di togliere un evento di questo tipo dalle mani di Michele Emiliano», presidente di Regione, di centrosinistra. Per il governo, invece, «una necessità – spiega Abodi – Quando siamo arrivati, avevamo trovato documenti, ma non veri e propri piani di attuazione». Il Governo decide di aumentare i fondi stanziati: 125 milioni vengono messi a disposizione dall’ex ministro del Pnrr e degli Affari europei, Raffaele Fitto, e 25 milioni dallo stesso Abodi.

I ritardi segnalati dalla Corte dei Conti

I progetti iniziali, nel frattempo, sono stati modificati e riadattati. A giugno, la Corte dei Conti ha pubblicato una delibera indirizzata al comitato, evidenziando alcune criticità che richiedono un attento monitoraggio. Tuttavia, per Abodi, «la valutazione della Corte tiene conto del tempo trascorso ben prima dell’arrivo di questo governo e della nuova struttura organizzativa di Taranto 2026». Tra i cantieri segnalati, figura quello dello Stadio Ettore Giardiniero di Lecce, dove è prevista la realizzazione di una copertura esterna ispirata al mare. La Corte segnalava, a giugno, «ritardi nell’avvio della gara d’appalto, prevista per gennaio 2025». Ma il bando è stato ufficialmente pubblicato solo il 12 agosto, con un ritardo di otto mesi.

Il centro nautico, i campi da tennis e il campo atletica

Solo il giorno precedente, l’11 agosto, è stato pubblicato il bando per la realizzazione del centro nautico di Torpediniere, uno degli interventi più rilevanti, che si sviluppa su una superficie di circa 1.800 metri quadrati e interessa un edificio esistente, l’ex Deposito Gamelle. La Corte stima un «ritardo di dieci mesi sul cronoprogramma». Sono stati segnalati ritardi anche nella realizzazione del Centro sportivo “Magna Grecia”, dove verranno creati otto campi da tennis (3 mesi di ritardo), sul cantiere dello Stadio Erasmo Iacovone, di Taranto, dove è avvenuta la demolizione della precedente struttura ma «sul secondo step progettuale del secondo lotto, non hanno avuto inizio i lavori, né è stato specificato quando avranno inizio». Quattro mesi di ritardo per il Palaricciardi, il campo di atletica indoor.

L’ospitalità degli atleti e la produzione televisiva

Ci sono alcune criticità su cui il governo «sta concentrando l’attenzione per trovare soluzioni adeguate», spiega il ministro. Tra gli aspetti più complessi da gestire ci sono «l’ospitalità di atleti, tecnici e dirigenti e la logistica dei trasporti». L’esecutivo ha deciso di non ospitare gli atleti in un villaggio, ma di farli alloggiare su due navi da crociera, per un costo di circa 25 milioni di euro ciascuna. Una soluzione che non è stata apprezzata da tutti, soprattutto da chi sperava in un edificio che potesse essere riutilizzato, magari come studentato, al termine dei Giochi. Rimane aperta anche «l’annosa questione della produzione televisiva», racconta, che non riguarderà solo i paesi mediterranei, ma un pubblico internazionale ben più ampio. Su questo fronte, il governo è ancora impegnato nel definire strategie efficaci per garantire la massima visibilità all’evento.

Lo spazio mediatico dominato dalle Olimpiadi

Un’altra grande sfida riguarda sponsor e comunicazione, ancora molto debole, tanto che molti italiani ignorano persino l’esistenza dei Giochi del Mediterraneo. «A settembre partirà una campagna significativa di comunicazione e si chiuderanno i primi contratti di sponsorizzazione». Sulla vendita dei biglietti, che ancora non è iniziata, Abodi spiega: «La vendita verrà aperta probabilmente a metà autunno. Va considerato che in questa fase, sia dal punto di vista commerciale sia per la biglietteria, lo spazio mediatico è ancora dominato dalle Olimpiadi Milano-Cortina. Pur trattandosi di territori e pubblici molto diversi, la comunicazione dei due eventi si sovrappone in parte. Sarà quindi fondamentale trovare una giusta complementarità. Quando la fase commerciale e la vendita dei biglietti di Milano-Cortina cominceranno a chiudersi, partirà la spinta comunicativa per Taranto».

Ipotesi rinvio? «No, non esiste un piano B»

Il ministro si mostra fiducioso sulla buona riuscita dell’evento, respingendo le richieste di chi propone un eventuale rinvio di un anno per via dei ritardi accumulati. «Non esiste un piano B, perché non lo riteniamo necessario. Dobbiamo, vogliamo e dimostreremo di essere in grado di portare a termine i Giochi», spiega. E spera, inoltre, che l’evento diventi un’occasione per favorire un dialogo di pace tra paesi oggi in conflitto. Attualmente, Israele è escluso dall’organizzazione internazionale che riunisce le nazioni del Mediterraneo, ma «il nostro obiettivo è coinvolgerlo, insieme agli atleti palestinesi – racconta Abodi- confidiamo che si possa trovare una soluzione sportiva, basata su un percorso ragionato e sulle condizioni necessarie per raggiungere questo importante traguardo».

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