Dall’Alligator Alcatraz a Fiumicino: Samuel Gheorghe torna a casa dopo 10 giorni di detenzione


Dopo dieci giorni di detenzione negli Stati Uniti, Samuel Gheorghe, 30 anni, è tornato a casa. Il giovane, originario di Sant’Angelo Lodigiano e di origine romena, era rinchiuso nel nuovo centro di detenzione per migranti irregolari inaugurato a luglio in Florida, noto come Alligator Alcatraz, voluto dall’amministrazione di Donald Trump. Gheorghe è atterrato a Fiumicino questa mattina, sabato 16 agosto, alle 11.40 con un volo American Airlines. Ha scelto un’uscita laterale e non ha incontrato giornalisti, come riporta Repubblica.
L’arresto perché senza documenti
La sua vicenda è iniziata a luglio, a Miramar, in Florida. Da due anni viveva a Miami, dove lavorava nel settore delle auto e degli orologi. Il 12 luglio era stato arrestato perché senza documenti validi per risiedere negli Stati Uniti. Inizialmente gli era stata concessa una misura alternativa alla detenzione, con obbligo di cavigliera elettronica per monitorare gli spostamenti. Gheorghe avrebbe dovuto presentarsi a Fort Lauderdale per completare le procedure di espulsione, ma aveva fatto perdere le proprie tracce. La mancata comparizione ha portato alla revoca della misura alternativa e al suo arresto. Il 27 luglio scorso era stato trasferito all’Alligator Alcatraz, struttura voluta da Trump e capace di ospitare fino a 3mila persone.
Il caso degli altri due italiani detenuti all’Alligator Alcatraz
Altri due italiani erano stati rinchiusi nello stesso centro: l’italo-argentino Fernando Eduardo Artese e il siciliano Gaetano Cateno Mirabella Costa. Gheorghe, come loro, è stato poi spostato in una struttura meno afflittiva, l’istituto penitenziario di Krome. Il 5 agosto era previsto il suo rientro in Italia, ma l’operazione è fallita. Il caso è stato seguito anche dalla Farnesina e dal consolato italiano a Miami. Gheorghe ha parlato con il console generale, assicurando di stare bene fisicamente ma descrivendo un clima di tensione tra i detenuti.