Regionali in Puglia, l’ultimatum di Decaro: «Non mi candido se sono ostaggio di Vendola ed Emiliano»


L’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, europarlamentare e presidente della commissione Ambiente a Strasburgo, lancia quello che sembra essere un ultimatum. Lo fa con un lungo post su Facebook in cui dice di essere pronto a candidarsi come presidente della Regione Puglia, ma ribadisce anche il no a Nichi Vendola e Michele Emiliano: «Io sono pronto a candidarmi alla presidenza della Regione Puglia. Credo di avere l’esperienza necessaria e un grande amore per questa terra e la sua gente. Ma non basta. Ho detto da subito che per candidarmi devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro».
La condizione ad Emiliano e Vendola
Quindi, il quasi candidato ripete il suo punto per cui una presidenza libera non deve vedere sui banchi della maggioranza gli ex governatori: «A Michele Emiliano e a Nichi Vendola mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego. Ma io voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà. Questo ho chiesto. Non sono abituato a litigare, a protestare, a sgomitare per un posto al sole. Sono abituato a lavorare».
Le posizioni dei due ex
Possibile che Decaro abbia scelto di parlare perché nei giorni scorsi prima Vendola e oggi, 22 agosto, Emiliano hanno concesso due interviste in cui, pur sostenendolo, non arretrano sulle proprie candidature. Il primo ha sottolineato al Corriere della Sera che non si candiderebbe con il Pd ma con Sinistra Italiana, di cui è storico esponente e dunque nessuno può imporre dall’esterno chi candidare o no. Emiliano ha oggi ribadito a Repubblica: «È un mio diritto costituzionale correre per il consiglio e non può esistere un diritto di veto sulle candidature», posto che si dice disponibile ad aiutare Decaro anche a cambiare le cose che ha fatto lui. A quel che sembra dal messaggio del quasi candidato, potrebbe non bastare.