Pensioni anticipate? Il presidente Inps Fava spegne i sogni della Lega: «Chi è in salute lavori più a lungo o il sistema salta»


Altro che abbassare l’età pensionabile o favorire chi vuole chiudere la carriera in anticipo. Con la piramide demografica sempre più rovesciata, il sistema previdenziale italiano così com’è – l’ha ricordato di recente con toni abrasivi pure l’ex ministro Giulio Tremonti – non reggerà. La soluzione dunque è l’opposto: «Serve coinvolgere più giovani e donne nel mercato del lavoro, ma anche offrire a chi tra i senior è in buona salute di restare nel mondo del lavoro, anziché spingere al pensionamento anticipato». A indicare chiaramente la via intervenendo dal palco del Meeting di Rimini è il presidente dell’Inps Gabriele Fava. Smascherando le scorciatoie di appeal elettorale ma insostenibili che certa politica continua a promuovere. In primis però proprio la Lega che lo indicò alla guida dell’Inps nella primavera 2024, sbloccando lo stallo di un commissariamento dell’ente di previdenza divenuto imbarazzante. «I dati Eurostat dimostrano che là dove la partecipazione al lavoro degli over 60 è maggiore l’occupazione giovanile cresce», argomenta Fava: insomma quella via va considerata «un’opportunità per costruire un nuovo patto tra le età». Che ne dirà Matteo Salvini, che per anni col progetto-bandiera di Quota 100 ha sostenuto l’esatto opposto sul presunto ricambio “vecchi-giovani” nel mondo del lavoro? E cosa Claudio Durigon, il sottosegretario al Lavoro che solo poche settimane ha rilanciato in vista della prossima legge di bilancio la priorità di «bloccare l’aumento dell’età pensionabile», puntando anzi a quota 64 anni?
Il rigore di Giorgetti (anche sulle pensioni)
In attesa di risposte (Salvini stesso calcherà il palco del Meeting mercoledì prossimo), a far scudo implicitamente a Fava pare essere il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, suo vero sponsor politico (già nel 2021 lo aveva indicato come commissario di Alitalia). Aprendo l’incontro in cui era atteso l’intervento di Fava, dedicato a alle sfide dell’invecchiamento della popolazione e della sicurezza sociale, Giorgetti ha vestito ancora una volta i panni (con polo d’ordinanza) del rigoroso guardiano dei conti. «Per durare nel tempo le case devono essere sostenibili», ha spiegato con metafora Giorgetti collegandosi al Meeting. Anche tenuto conto delle tempeste che soffiano contro la crescita – guerre e dazi Usa – «l’approccio sulle questioni di breve ma anche lungo periodo come quella della previdenza richiede l’applicazione costante di questo principio di responsabilità, legato alla sostenibilità nel tempo, assolutamente misurato», ha avvisato i naviganti il ministro anche in vista dell’elaborazione della prossima legge di bilancio. E uno dei princìpi ispiratori dell’azione pubblica, anche in tema di pensioni, dev’essere quello della «solidarietà intergenerazionale, o ci saranno problemi seri».
La strigliata del ministro ai fondi previdenziali
Scudo a Fava a parte, Giorgetti sul mondo della previdenza si è tolto poi un altro sassolino: quello del ruolo giocato (e non) dai fondi pensionistici complementari. «Molti fondi pensionistici esteri intervengono in Italia, per esempio ce n’è uno canadese che ha investito di recente in importanti progetti infrastrutturali e di telecomunicazioni», ha ricordato il ministro. Volgendo poi lo sguardo ai gestori di quelli italiani: «Sarebbe importante che anche questi fondi di previdenza complementare, finanziati con i contributi dei lavoratori, guardassero più al sistema Italia che all’estero», sostenendo in particolare «investimenti infrastrutturali di lungo periodo che danno un rendimento sicuro nel lungo periodo, non speculativo».