Spari alla Ocean Viking: l’Ue chiede spiegazioni alla Libia. «Necessario un chiarimento dei fatti» – Il video
L’Unione Europea è intervenuta subito dopo l’attacco alla nave umanitaria Ocean Viking dell’ong Sos Méditerranée, avvenuto domenica 24 agosto nel pomeriggio in acque internazionali, per mano della Guardia Costiera libica, a circa 40 miglia dalla costa del Paese nordafricano. «Abbiamo contattato le autorità libiche competenti per chiarire i fatti», ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Markus Lammert, durante il briefing quotidiano con la stampa di oggi, martedì 26 agosto. Al momento non sono state prese decisioni sulle possibili conseguenze dell’episodio: «Ora stiamo stabilendo i fatti», ha precisato.
L’attacco di domenica 24 agosto
L’attacco, definito dagli esperti come senza precedenti, ha visto la Ocean Viking presa di mira da una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica, mentre a bordo si trovavano 87 persone migranti appena soccorse in due operazioni precedenti. Video e foto diffusi dall’ong mostrano uomini armati che hanno aperto il fuoco verso il ponte e le attrezzature della nave per oltre venti minuti. Hanno colpito motoscafi di soccorso, antenne e finestre senza provocare feriti.
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Sos Méditerranée: «Hanno attaccato di proposito»
Secondo Sos Méditerranée, l’attacco è stato deliberato. «I colpi erano rivolti alle persone sul ponte e alle strumentazioni di soccorso e navigazione», ha spiegato Francesco Creazzo, portavoce dell’ong, ripreso dal Post. I membri dell’equipaggio e i naufraghi hanno cercato riparo come potevano. I primi si sono sdraiati a terra, mentre le persone soccorse sono state raccolte in uno dei container di sicurezza. Solo per un caso fortuito nessuno è rimasto ferito, definito dallo stesso Creazzo «un miracolo».
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Le indagini italiane
In Italia, nel frattempo, sono scattate le indagini. La Polizia Scientifica è salita a bordo della Ocean Viking per i primi rilievi. La Guardia costiera, invece, ha acquisito video, foto e altri materiali utili a ricostruire la dinamica dell’episodio. L’attacco è avvenuto mentre la nave si dirigeva verso una terza imbarcazione in difficoltà su autorizzazione delle autorità italiane, operando nel rispetto delle regole che prevedono il soccorso in mare e lo sbarco successivo in porto italiano. Non è la prima volta che la Guardia costiera libica, finanziata e addestrata dall’Italia e dall’Unione Europea per fermare le partenze dei migranti dalle coste libiche, adotta comportamenti intimidatori. In passato, però, le raffiche di mitra venivano sparate di solito in aria o vicino alle imbarcazioni di soccorso. Domenica scorsa i colpi hanno preso di mira direttamente la nave. Secondo verifiche indipendenti, la motovedetta coinvolta era probabilmente uno dei pattugliatori forniti all’autorità libica dall’Italia negli anni scorsi.
Piantedosi sulla questione migranti: «È lo stato che gestisce i soccorsi in mare, non le Ong»
Sul tema della gestione dei soccorsi in mare si è pronunciato, nelle ultime ore, anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Su X ha scritto: «È lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong». A completare il tweet, una foto della nave di Mediterranea e la notizia del fermo dell’imbarcazione per aver disobbedito alle disposizioni del Viminale, sbarcando i migranti soccorsi nel porto di Trapani anziché in quello indicato dal ministero, ovvero Genova. La ong ha deciso di deviare e anticipare lo sbarco in un altro punto date le condizioni meteo poco favorevoli, che avrebbero allungato il viaggio su migranti già fortemente debilitati.
August 26, 2025