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Pipe per fumare il crack gratis ai tossicodipendenti di Bologna, è polemica per l’iniziativa del Comune: «Così riduciamo il danno»

27 Agosto 2025 - 19:58 Ugo Milano
bolgona
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FdI e Lega all’attacco contro l'assessorato al Welfare del Comune di Bologna, che fa un paragone con gli anni '90, quando esplose il consumo di eroina e venivano distribuire le siringhe sterili

Distribuire gratuitamente pipe sterili per il crack ai consumatori della sostanza, con l’obiettivo di ridurre i danni alla salute e favorire percorsi di uscita dalla dipendenza. È la nuova fase della sperimentazione avviata dal Comune di Bologna, che nelle prossime settimane metterà a disposizione i kit attraverso gli operatori di strada di Asp e nello spazio “Fuori Binario” di via Carracci. A difendere la misura è l’assessora al Welfare, Matilde Madrid, in un’intervista a La Presse: «Si tratta di un’azione all’interno delle politiche di riduzione del danno, che dal 2017 sono riconosciute come livello essenziale di assistenza. Un po’ come negli anni ’90 si iniziò a distribuire materiale sterile per l’uso dell’eroina».

I risultati della prima sperimentazione

I motivi che hanno spinto l’amministrazione comunale a intraprendere questo genere di misura sono tre: minore esposizione a patologie respiratorie dovute all’uso di materiali di fortuna come lattine o bottiglie di plastica, riduzione del consumo stesso grazie al contatto con operatori specializzati, e avvio di percorsi di disintossicazione nei Sert da parte di chi decide di chiedere aiuto. Il progetto del Comune ha già raccolto i primi risultati della fase sperimentale: tra i 40 utenti coinvolti, il 37% ha dichiarato la scomparsa di problemi respiratori e il 25% una riduzione dei disturbi alla bocca e alla gola.

Polemiche dall’opposizione

Nonostante i primi dati sembrino incoraggianti, la distribuzione gratuita di pipe per il crack ha scatenato forti polemiche. Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, parla di «nostalgismo fallimentare» paragonando l’iniziativa alle «stanze del buco degli anni ’90» e accusando la cultura progressita di «voler legalizzare la droga» Critica anche la Lega, con la vicesegretaria Silvia Sardone che definisce la misura «un punto di non ritorno» e «un favore agli spacciatori», chiedendo che le risorse vengano invece destinate a campagne di prevenzione e sostegno per chi vuole uscire dalla dipendenza. Sul fronte locale, i consiglieri comunali Samuela Quercioli di Bologna Ci Piace, e Gian Marco De Biase di Al Centro Bologna, parlano di «violazione dei principi costituzionali», in quanto la misura «mette seriamente in dubbio il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e e interesse della collettività». Secondo loro, l’unica strada è «rafforzare prevenzione, comunità educative e percorsi di cura, non distribuire strumenti che finiscono per legittimare l’uso della droga».