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Selfie e battute, Salvini cerca l’abbraccio di Cl: «Non insulto Macron, mai soldati in Ucraina. Il Ponte sullo Stretto? Datemi tempo…» – Il video

27 Agosto 2025 - 17:14 Simone Disegni
Il leader della Lega allontana le polemiche e si presta a decine di foto e strette di mano. E sulla manovra conferma: «Le banche diano il loro contributo»

Da Rimini – Polemiche zero, sorrisi, strette di mano e selfie tanti. Dopo Giorgia Meloni, anche Matteo Salvini arriva al Meeting di Rimini nell’ultimo giorno della 46esima edizione e si ritaglia un intero pomeriggio in giro tra gli stand della Fiera. Assediato dai cronisti in cerca di una sua battuta sulle tensioni con la Francia o in maggioranza, il leader della Lega ignora platealmente microfoni e telecamere e cerca e trova invece con insistenza il contatto con il popolo di Cl: preferibilmente ragazzi. Anche gli annunci preferisce darli così. Allo stand di Autostrade per l’Italia risponde volentieri alla domanda di un volontario che gli chiede quando nel plastico comparirà pure il Ponte sullo Stretto di Messina: «Dovete aspettare ancora un po’, ci vogliono sette anni per costruirlo. Però questa volta lo facciamo davvero», sorride. Poi torna sul tema e una scadenza più prossima la indica: «Conto di tornare l’anno prossimo a raccontare della posa della prima pietra del Ponte». Opera che, osserva fiero, «porterà tanti ingegneri italiani che sono andati all’estero, tanti cervelli che sono andati via e ora potranno tornare».

Il «chiarimento» su Macron e le truppe in Ucraina

Dai e ridai, alla fine Salvini di politica parla, una volta sedutosi all’incontro organizzato dal suo ministero. Per rassicurare a malavoglia sui suoi rapporti con Giorgia Meloni («sì ci siamo sentiti, così come accade ogni giorno, ma non è questo che interessa alla gente»), e anche per gettare acqua sul fuoco, a modo suo, della polemica col capo dell’Eliseo: «Un insulto è dire qualcosa di sgradevole. Dire a una persona che io non ho intenzione che figli italiani vadano a combattere in Ucraina e in Russia non è un insulto, è un ragionamento. Forse a Macron hanno tradotto male “Taches al tram”. È una versione simpatica per dire vai avanti tu che a me viene da ridere». Ciò detto, ribadisce sul nodo del conflitto russo-ucraino, «quel che conta è lavorare per la pace», acciuffata la quale «il governo non manderà mai un soldato italiano a combattere in Ucraina o in Russia».

Banche, tasse e aiuti: gli obiettivi per la manovra

Poi Salvini si concentra sulle misure da inserire nella prossima legge di bilancio su cui è al lavoro il “suo” ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: la priorità, dice, dev’essere quella di «aumentare il reddito delle famiglie e dei lavoratori italiani. Occorre intervenire sulla fascia di reddito mediana, quella che va dai 30 ai 60mila euro per aiutare il ceto medio». Anche tramite quel nuovo «piano casa» annunciato in mattinata dalla premier per «decine di migliaia di abitazioni a prezzi calmierati». E magari anche, come già ipotizzato nei giorni scorsi, rivedendo i criteri di calcolo dell’Isee su cui si basa l’assegnazione di bonus e prestazioni sociali varie. Salvini non dimentica poi l’obiettivo della Lega di rottamare le cartelle esattoriali «che stanno tenendo in ostaggio milioni di lavoratori e lavoratrici italiane», anche se, ammette, «non c’è tutto per tutti». E forse anche per questo torna alla carica sul tema delle banche, già evocato al Meeting giorni fa da Giorgetti. «Tutti dovranno fare la loro parte. E dei soggetti economici che, lo scorso anno hanno guadagnato 46 miliardi di euro, un contributo alla crescita del Paese e alle famiglie lo possono dare. Anche con questo manovra». Con buona pace di chi come Antonio Tajani aveva invitato apertamente a evitare qualsiasi «pizzicotto» al sistema bancario del Paese.

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