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Putin da Xi Jinping per il vertice Sco: «Relazioni Russia-Cina mai così forti». Gli Stati Uniti finiti nel dimenticatoio: il leader russo non li cita mai

31 Agosto 2025 - 08:41 Cecilia Dardana
putin in cina
putin in cina
Nell'agenda del leader russo figurano dei bilaterali con il premier indiano Narendra Modi e con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, mentre è in fase di definizione un faccia a faccia con il leader nordcoreano Kim Jong-un

Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato a Tianjin per partecipare al vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), dando così il via a una visita di quattro giorni in Cina su invito del leader Xi Jinping. Un viaggio lungo e insolito, come ha sottolineato il consigliere del Cremlino Yury Ushakov, che culminerà il 3 settembre con la partecipazione di Putin alla grande parata militare in piazza Tienanmen per l’80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Durante la sua permanenza in Cina, il presidente russo non avrà soltanto incontri con Xi, ma anche diversi bilaterali di peso. In agenda figurano colloqui con il premier indiano Narendra Modi e con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, mentre è in fase di definizione un faccia a faccia con il leader nordcoreano Kim Jong-un.

L’incontro tra Modi e Xi Jinping

Nel frattempo, a margine del vertice Sco, Xi Jinping ha incontrato Modi alla Tianjin Guest House: un bilaterale che segna la prima visita del premier indiano in Cina negli ultimi sette anni. Un appuntamento pensato per consolidare il riavvicinamento tra i due giganti asiatici, dopo anni di tensioni.

Putin e il messaggio a Pechino

Prima di volare in Cina, Putin ha rilasciato un’intervista all’agenzia Xinhua in cui ha parlato di commercio, geopolitica e cooperazione energetica, senza mai citare direttamente gli Stati Uniti. Una scelta interpretata da molti osservatori come una omissione voluta: troppo fresco l’incontro estivo di Anchorage tra Putin e Donald Trump, occasione in cui il Cremlino aveva sorriso a Washington e mostrato al mondo le immagini di un dialogo “da pari a pari” con il presidente americano. Intanto Putin guarda a Oriente. «Le relazioni economiche tra Russia e Cina hanno raggiunto un livello senza precedenti», ha detto. «Dal 2021, il commercio bilaterale con Pechino è cresciuto di circa 100 miliardi di dollari», ha dichiarato, rivendicando il ruolo di Mosca come «principale esportatore di petrolio e gas verso la Cina». Non solo: «Nel 2027 prevediamo di lanciare un’altra importante rotta del gas, la cosiddetta via dell’Estremo Oriente», ha annunciato, ringraziando implicitamente Pechino per aver permesso alla Russia di resistere all’impatto delle sanzioni occidentali.

Un gioco di equilibri

L’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai — che riunisce, tra gli altri, Russia, Cina, India, Iran e Turchia — si presenta come una sorta di piattaforma del cosiddetto “Sud Globale”, unito anche da una forte componente di diffidenza verso Washington. Ma il posizionamento di Mosca resta ambiguo: mentre stringe nuove intese energetiche con Pechino, il Cremlino non ha abbandonato l’idea di accordi strategici con gli Stati Uniti, specie sul fronte artico. Un gioco di equilibri che fa apparire la Russia come un pendolo tra Oriente e Occidente. Resta da capire come Xi Jinping percepisca davvero un alleato che, al tempo stesso, dialoga con la Cina e con il suo principale rivale globale.

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