«Ti spacco la faccia…» e parte il primo colpo. Il deputato Avs Borrelli pestato in diretta social da «Energumeni violenti e abusivi» – Il video
«Ti spacco la faccia scemo», poi tre «ciaf» secchi che tanto assomigliano a schiaffoni. È l’accoglienza che un gruppo di ristoratori ha riservato al Francesco Emilio Borrelli, deputato di Avs, che nella serata di ieri, 31 agosto, stava denunciando il fenomeno dell’occupazione abusiva in via Foria a Napoli. «Questo locale che occupa abusivamente una scalinata, guardate, occupa suolo pubblico che dovrebbe essere di tutti», dice spalla a spalla con Gianluigi Grittano del movimento “Una Nuova Napoli”. Ma a quel punto viene subito interrotto dallo staff e dai proprietari di un noto locale, che lo allontanano con metodi poco ortodossi tanto da guadagnarsi l’appellativo di «energumeni».
Le botte a Francesco Emilio Borrelli
In pochi secondi, Borrelli è stato circondato da un capannello di donne e uomini. Urla, strattonate, minacce, pugni e calci si sono susseguiti senza soluzione di continuità finché il deputato non si è allontanato in fretta e furia dal ristorante. «Solo l’intervento di sei pattuglie della Polizia ha permesso di riportare la calma e di sottrarre il deputato e i presenti all’aggressione», ha scritto su Facebook. «Ma voglio essere chiaro: non arretreremo di un passo. Non possiamo permettere che la violenza e la prepotenza abbiano la meglio sulla legalità e sulla civiltà. Chi pensa di zittirmi con minacce e aggressioni ha sbagliato completamente bersaglio: continuerò a denunciare, a lottare e a difendere i cittadini onesti».
La denuncia del deputato: «Dietro abusivismo ci sono violenza e intimidazione»
Come ha ricordato il deputato in un posto Facebook, l’attività di cui stava parlando è «coinvolta in un’inchiesta della procura di Napoli per l’esplosione di un palazzo avvenuta pochi mesi fa, tragedia che costò la vita a Giovanni Scala, che quel giorno neanche avrebbe dovuto recarsi a lavoro ma aveva sostituito un collega. L’immobile adibito ufficialmente a deposito veniva infatti utilizzato anche come cucina». L’episodio secondo Borrelli «conferma come, dietro l’illegalità diffusa e l’abusivismo, spesso si nascondano metodi violenti e intimidatori che minano la convivenza civile e il diritto dei cittadini a spazi liberi e sicuri».