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L’Ue blocca gli smalti con TPO: il divieto in vigore da oggi. Come riconoscere i prodotti che contengono la sostanza potenzialmente tossica

01 Settembre 2025 - 18:18 Alba Romano
smalti con tpo vietati in europa
smalti con tpo vietati in europa
Nel mirino un componente di gel e semipermanenti «potenzialmente cancerogeno e tossico». Ritirati dal commercio i prodotti che contengono la sostanza

Che gli smalti al TPO (ossido di trimetilbenzoil difenilfosfonina) fossero a rischio divieto si sapeva dal 2021, quando l’Agenzia europea per le sostanze chimiche aveva classificato la sostanza come “CMR 1B”. Una dicitura che, in breve, la identifica come potenzialmente cancerogena e tossica. Si tratta di un additivo che serve a far indurire lo smalto quando viene colpito dai raggi uv, come nel caso del semipermanente. Da oggi, lunedì 1 settembre, non è più possibile venderli e anche quelli in circolazione dovranno essere ritirati e distrutti. Una data decisa nel 2024, per permettere ai produttori di trovare soluzioni alternative e smaltire le scorte. La stessa cosa non si può dire per i centri estetici, che non hanno beneficiato dello stesso preavviso e in certi casi rischiano di trovarsi con grandi quantità di prodotti non più a norma. 

Le ragioni del divieto

Alla base della decisione c’è un parere del Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori, un organo tecnico della Commissione Ue che valuta i rischi sanitari dei prodotti in commercio. Nella relazione di ottobre 2024 si legge che «non è possibile ritenere sicuro il TPO perché il potenziale di genotossicità non può essere escluso, neanche una concentrazione inferiore al cinque per cento». Il riferimento è al precedente limite, che fissava la percentuale massima della sostanza e che ora non è più considerato sicuro. Si tratta di una sospensione in via precauzionale, soprattutto per tutelare i professionisti del settore. Sono loro infatti a correre i rischi maggiori, data l’esposizione prolungata con prodotti di questo tipo.

Come capire se uno smalto ha il TPO

Nonostante non ci sia alcun obbligo che riguarda i privati cittadini – è infatti possibile usare tutti gli smalti di cui si è già in possesso – si può comunque riconoscere facilmente se un prodotto contenga TPO. Basta assicurarsi che l’etichetta non contenga la dicitura “Diphenyl(2,4,6-trimethylbenzoyl)phosphine oxide” o “Dimethyltolylamine”, un’altra sostanza vietata. Non è da escludere che d’ora in poi le nuove confezioni di smalto riporteranno scritte come “senza TPO” o “TPO free”, per distinguerle dai flaconcini irregolari che potrebbero essere ancora in circolazione.

Foto copertina: Dreamstime / Irinayeryomina | Una lampada uv per smalto

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