Gaza, 13 persone morte per fame nell’ultimo giorno. Il Belgio annuncia: «Riconosceremo lo Stato di Palestina»


Durante le ultime 24 ore nella Striscia di Gaza sono morte 13 persone, tra cui tre bambini, per fame e malnutrizione. È la cifra che il ministero della Sanità di Hamas ha fornito stamane nel suo tragico bollettino ormai quotidiano. Mentre ieri sera la Freedom Sumud Flotilla è riuscita a prendere il largo nel tentativo di rompere il blocco navale israeliano e portare tonnellate di aiuti umanitari ai palestinesi, il numero di decessi direttamente causati dalla carestia è salito a 361, secondo quanto comunicato da Hamas.
Colpiti centri abitati e campi profughi
Intanto, però, l’esercito israeliano non ha dato cenno di voler rallentare l’operazione militare all’interno dell’enclave. Negli attacchi di stamattina, avvenuti intorno all’alba, sono stati colpiti diversi centri abitati e campi profughi tra il centro e il Sud della Striscia. Sarebbero almeno 40 i palestinesi rimasti uccisi dalle bombe israeliane. Al Jazeera riferisce che alcune delle vittime degli attacchi di questa mattina cercavano di accedere agli aiuti. L’aviazione israeliana ha inoltre colpito e distrutto strutture militari nei quartieri di Shuja’iyya e Zeitoun, ritenuti avamposti strategici utilizzati da Hamas e dalla Jihad islamica come punti di incontro per pianificare attacchi contro le truppe.
Le operazioni mirate dell’Idf
Continua anche le operazioni mirate dell’esercito israeliano verso i membri armati di Hamas: secondo quanto riferito dall’Idf, nell’ultimo mese, sono state eliminate decine di membri armati che pianificavano attività contro le truppe israeliane nel nord e nel centro della Striscia di Gaza. Tra gli uccisi figura Ahmad Abu Deif, che dal 2024 ricopriva il ruolo di vice comandante di compagnia nel battaglione Zeitoun e che, secondo l’Idf, aveva orchestrato numerosi agguati e arruolato nuovi combattenti nelle file di Hamas. In un’altra operazione è stato eliminato Taleb Sidqi Taleb Abu Atiwi, comandante di una squadra Nukhba che aveva preso parte all’infiltrazione in Israele il 7 ottobre.
Anche il Belgio riconoscerà lo Stato di Palestina
Tra le fila dei paesi occidentali che hanno annunciato l’intenzione di voler riconoscere lo stato palestinese si aggiunge anche il Belgio. Ad annunciarlo è stato ministro degli Esteri belga Maxime Prevot: «La Palestina sarà riconosciuta dal Belgio alla sessione Onu! E sanzioni severe verranno imposte al governo israeliano», ha scritto Prevot su X. È arrivata subito la reazione del ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir, che ha condannato la decisione del Belgio: «I Paesi europei che si abbandonano all’ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas finiranno per sperimentare il terrore in prima persona. Qui in Israele, c’era chi un tempo credeva a tali illusioni, e il risultato sono stati stupri, omicidi e massacri. Invece di premiare il terrore, il mondo libero deve unirsi contro di esso».