Portiere 13enne picchiato, parla l’uomo che l’ha aggredito: «Chiedo scusa, ma le cose sono andate diversamente. Ecco perché l’ho fatto»


«Mi dispiace e chiedo scusa, so di aver dato un pessimo esempio». Dopo le parole della sua avvocata, stavolta a parlare è direttamente lui, l’uomo di 40 anni che domenica scorsa a Collegno (TO) ha aggredito il portiere 13enne avversario del figlio. Tutto è avvenuto dopo un tafferuglio tra le due squadre a fine partita. «L’ho fatto per difendere mio figlio, ma le cose non sono andate come vengono raccontate», ha detto l’uomo al Corriere Torino. Se da un lato ci sono le scuse, dall’altro il padre ultras si allinea alla tesi già esposta a La Stampa dalla sua legale Beatrice Rinaudo: «L’unico contatto è stato uno schiaffo, abbiamo un video che lo dimostra». Versione che cozza con il racconto del padre del ragazzino aggredito, che ha detto di aver visto il figlio preso a pugni. Il giovane portiere, che gioca nell’under 14 del Volpiano Pianese, ha riportato una frattura al malleolo e diverse contusioni tra cui una allo zigomo.
Il presidente ritira la squadra dal torneo
«La nostra società ha sempre creduto fermamente nei valori dello sport. Proprio per questo, quando tali valori vengono meno in maniera così grave, riteniamo necessario fermarci e riflettere». A dirlo è Massimo Gariglio, presidente del Volpiano, la squadra del ragazzino aggredito. «Una scelta sofferta, ma dettata dalla volontà di comprendere fino in fondo quanto è accaduto, oltre che di preservare la serenità e la crescita del nostro gruppo squadra». Sulla vicenda è intervenuta anche la società che ospita il torneo, il Csf Carmagnola, comunicando che «per noi sarebbe corretto escludere entrambe le società del torneo Super Oscar, per dare un segnale forte di grande contrarietà a ogni tipo di violenza».
Atteso il verdetto del giudice sportivo
Sul reato di lesioni contestato al 40enne stanno indagando i carabinieri, ma domani è già attesa la decisione del giudice sportivo, che è competente per i giovani giocatori tesserati e per le loro società. Che rischiano, rispettivamente, lunghe squalifiche e multe. La giustizia sportiva potrebbe anche attribuire alle società la responsabilità oggettiva di quanto avvenuto. In questo caso oltre a quella pecuniaria si aggiungerebbero altre sanzioni.